Gruppi di Elite (pagina 1)

In questa pagina (ed anche in quest'altra pagina) parlerò delle varie organizzazioni mondiali elitarie, sia da documenti Web (tipo Wikipedia) che esprimono ufficialmente quali sono gli scopi che si prefiggono, sia da altri documenti Web che invece ufficiosamente dimostrano cosa esse sono in realtà. Per quanto mi riguarda ho un'idea ben precisa sull'argomento, cosa si prefiggono queste organizzazioni illuminate mondialiste e da chi sono pilotate. Parto da una semplice domanda, molto semplice: perchè i potenti della terra (a livello economico, politico e, soprattutto, finanziario) si riuniscono regolarmente in decine di organizzazioni diverse (Bilderberg, Trilaterale, eccetera, eccetera...), nelle quali, alla fine, ci sono sempre (in larga parte) gli stessi nomi e partecipanti? E perchè ufficialmente non si sa nulla di ciò che si dicono in quelle riunioni? Se in quelle riunioni non fanno nulla di male, perchè (tanto per dirne una) Walter Veltroni si è incazzato di aver visto il suo nome su internet, in quanto partecipante alle riunioni Bilderberg del 1996? (Postato il 2 aprile 2013)

Questo è il potere

di D'Auria Giancarlo Evaldo

In un video di poco più di 45 minuti, Paolo Barnard chiarisce in modo preciso e disarmante "Chi comanda il mondo". Credo che sia l'introduzione più degna e accurata per questa pagina che ho dedicato ai Gruppi di Elite, in quanto sono proprio loro che comandano le nostre vite...! (Postato il 3 aprile 2013)

Gruppo Bilderberg

da Wikipedia

Il Gruppo Bilderberg (detto anche conferenza Bilderberg o club Bilderberg) è un incontro annuale per inviti, non ufficiale, di circa 130 partecipanti, la maggior parte dei quali sono personalità influenti in campo economico, politico e bancario. I partecipanti trattano una grande varietà di temi globali, economici, militari e politici. Il gruppo si riunisce annualmente in hotel o resort di lusso in varie parti del mondo, normalmente in Europa, e una volta ogni quattro anni negli Stati Uniti o in Canada. Ha un ufficio a Leida nei Paesi Bassi. I nomi dei partecipanti sono resi pubblici attraverso la stampa, ma la conferenza è chiusa al pubblico e ai media. Dato che le discussioni durante questa conferenza non sono mai registrate o riportate all'esterno, questi incontri sono stati oggetto di critiche e di varie teorie del complotto, come ad esempio quella sostenuta da Daniel Estulin nel libro Il Club Bilderberg. Gli organizzatori della conferenza, tuttavia, spiegano questa loro scelta con l'esigenza di garantire ai partecipanti maggior libertà di esprimere la propria opinione senza la preoccupazione che le loro parole possano essere travisate dai media.

Storia del Gruppo Bilderberg. La prima conferenza si tenne il 29 maggio 1954 presso l'hotel de Bilderberg a Oosterbeek, vicino Arnhem, in Olanda. L'iniziativa di tale prima conferenza fu presa da molte persone, incluso il politico polacco Józef Retinger preoccupato dalla crescita dell'antiamericanismo nell'Europa occidentale e col fine di favorire la cooperazione tra Europa e Stati Uniti in campo politico ed economico anche in ottica di difesa. Per quella prima conferenza furono contattati il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld, il primo ministro belga Paul Van Zeeland e l'allora capo della Unilever, l'olandese Paul Rijkens. Il principe Bernhard van Lippe-Biesterfeld a sua volta coinvolse Walter Bedell Smith, capo della CIA. La lista degli ospiti fu redatta invitando due partecipanti per ogni nazione, uno per la parte liberale e l'altro per l'opposta parte conservatrice. Cinquanta delegati da undici paesi europei insieme a undici delegati statunitensi parteciparono a quella prima conferenza. Il successo di questo primo incontro spinse gli organizzatori a pianificare delle conferenze annuali. Fu istituita una commissione permanente con Retinger nel ruolo di segretario permanente. Alla morte di Retinger divenne segretario l'economista tedesco Ernst van der Beugel nel 1960 e in seguito la posizione fu rivestita da Joseph E. Johnson, William Bundy e altri. Molti partecipanti al gruppo Bilderberg sono capi di Stato, ministri del tesoro e altri politici dell'Unione Europea ma prevalentemente i membri sono esponenti di spicco dell'alta finanza europea e anglo-americana.
Struttura organizzativa. La conferenza è organizzata da una commissione permanente (Steering Committee) della quale fanno parte due membri di circa 18 nazioni differenti. Oltre al presidente della commissione è prevista la figura di segretario generale onorario. Non esiste la figura di membro del gruppo Bilderberg ma solo quella di membro della commissione permanente (member of the Steering Committee). Esiste anche un gruppo distinto di supervisori.
Presidenti della Steering Committee
Bernhard van Lippe-Biesterfeld (1954–1975)
Walter Scheel (1975–1977)
Alec Douglas-Home (1977–1980)
Eric Roll (1986–1989)
Peter Carington, VI barone Carrington (1990–1998)
Étienne Davignon (dal 1998)

(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Bilderberg - 3 aprile 2013)

(Postato il 3 aprile 2013)

 

Gruppo Bilderberg. Nomi e cognomi di tutti i partecipanti italiani dal 1954 al 2011

di Matteo Vitiello

In quale girone dell’inferno dantesco andranno a finire queste anime prave? Guardate, sinceramente, penso che per questa feccia italiana sia addirittura troppo lusinghiero andare ad occupare un posto nella magnificenza dell’opera letteraria per antonomasia. Ipocriti, falsari, traditori e violenti. I politici: non dicono la verità ai cittadini italiani e, nonostante il loro dovere di uomini politici sarebbe quello di rappresentare e servire il popolo, lo ingannano. Banchieri: creano e sperperano il denaro per dominare e controllare. Imprenditori violenti: Finmeccanica, Fiat, Pirelli, Olivetti, Ferruzzi, Alenia, Selex, Fincantieri, Confindustria… sono tra i primi dieci nella scala mondiale di produttori d’armi! E poi si comportano da puritani, protetti dal Vaticano… che poi non è nient’altro che la patria dei più falsi di tutti, i preti (se ne salvano alcuni, ndr). Ricordate che il Gruppo Bilderberg non è la riunione più importante dei potenti ma è dove i “ranghi” più bassi (capi azienda, politici nazionali ed internazionali di turno, giornalisti corrotti) ricevono istruzioni dai padroni della finanza mondiale: cosa fare, che politiche attuare, cosa far credere alla gente e così via.  Ne discutono un poco e ne aggiustano i dettagli, quindi, occhio, non crediate che tutti i bilderbergers siano gente particolarmente importante al mondo, proprio perché il loro potere decisionale è quasi nullo rispetto ai loro capi.

Di seguito trovate tutti i partecipanti della nostra nobile Italia alle diverse riunione di Gruppo Bilderberg, dal 1954 al 2011 (Siccome si tratta di una lista lunghissima, ho preferito copiarla su un documento Word liberamente scaricabile da questo Link, nota di D'Auria Giancarlo Evaldo).

(Fonte: http://buenobuonogood.wordpress.com/2012/04/05/bilderberg-italia-nomi-e-cognomi-di-politici-imprenditori-e-banchieri - 5 aprile 2012)

(Postato l'8 aprile 2013)

 

Bilderberg: ecco la sporca agenda segreta dei capi del mondo

di Matteo Vitiello

«Il nostro lavoro non è dare alla gente quello che vuole, se no quello che noi decidiamo che debbano tenere» [Richard Salant, CBS News]
«I membri del Bilderberg stanno costruendo l’era del post-nazionalismo: non avremo più Paesi, ma solo regioni della Terra all’interno di un “mondo unico”. Questo significherà un’economia globalizzata, un “unico governo mondiale” (selezionato, più che eletto) ed una “religione universale”. Per assicurarsi il raggiungimento di tali obiettivi, il Bilderberg si concentra su “il controllo tecnologico e la scarsa sensibilizzazione della pubblica opinione”» [William Shannon]
«Qualcuno crede che formiamo parte di una cabala segreta che attua contro i migliori interessi degli Stati Uniti d’America, qualificando la mia famiglia e me stesso d’internazionalista ed accusandoci di cospirare con altri individui del mondo per creare una struttura economica e politica globale più integrata; un mondo, se si vuole chiamarlo così. Se questa è l’accusa, mi dichiaro colpevole e ne sono orgoglioso» [David Rockefeller]

Molti di voi già lo conoscono, almeno per sentito dire. Il Club Bilderberg, il meeting annuale dei potenti del mondo. Altrettanti di voi pensano che persone come Daniel Estulin, giornalista investigativo autore del famoso libro I segreti del Club Bilderberg , siano solo dei fanatici, che si perdono nelle loro teorie sulla cospirazione.
In questi casi, quando alcuni ci credono ed altri no, la cosa migliore è presentare i fatti.
Questo articolo nasce proprio con l’intento di fornire alcuni dettagli, che vi aiutino a capire perché le riunioni del Bilderberg non avvengono per discutere cosa sia meglio per l’umanità, quali misure adottare per aiutare l’Africa, ad esempio, o per salvarci dalla crisi economica.
L’unico grande obiettivo del Club Bilderberg è decidere sulle migliori è più subdole strategie da adottare per transitare, senza troppo clamore, anzi, col nostro consenso, verso l’era post-nazionalismo, dove un unico governo mondiale sostituisca il potere sovrano dei singoli  Stati del mondo. Un’unica grande società globalizzata, con un unico esercito ed un unico sistema tributario: una società globale fondata su un sistema oligarchico, dove poche e ricchissime persone comandino il resto della popolazione, che zitto e quieto, lavori, senza reclamare niente che non sia permesso o concesso dai vertici del sistema.

Non ci credete? Non lo dico io, queste sono le parole, condivise dal magnate David Rockefeller (uno dei capi del Bilderberg, ndr), del fondatore del CFR (Council on Foreign Relations) Edward Mandell House: “la popolazione, i governi e le economie di tutti i paesi devono soddisfare le necessità delle banche e delle imprese multinazionali” [fonte: “Between two ages: America’s role in the Technetronic Era”, Zbigniew Brzezinski]. Questo lo dicevano nel 1970 e ne è passata di acqua sotto i ponti…
Oggi a che punto siamo? Vi guardate attorno? Viaggiate per l’Europa? Vedete le immagini della TV (limitatevi a guardare le immagini senza audio, ve lo consiglio, ndr)? Vi rendete conto di quanta gente è uccisa ogni giorno, perché reclama i propri diritti civili o perché chiede libertà, giustizia sociale, cibo, assistenza e condizioni di lavoro dignitose?
Cosa succede, ad esempio, a casa nostra? L’Unione Europea che tutti volevano (almeno i politici, ndr), piano piano, si è trasformata in un mostro che sta distruggendo i singoli Stati che ne fanno parte.
Avete visto che è arrivata la crisi? Perché? A quale scopo le stesse persone che stampano i soldi, poi cercano di convincerci in tv, radio e giornali che la crisi finanziaria si può superare, obbedendo a questo o a quell’altro ordine dell’Unione Europea o degli U.S.A.? Certo che la crisi si può superare, stampando più soldi e distribuendoli. Ahi! Proprio qua sta il primo paradosso della società contemporanea: i soldi. I soldi sono lo strumento creato dall’uomo per stabilire un ordine oligarchico, per consegnare il potere in mano a poche persone, affinché possano comandare e dire cosa fare e come farlo. I cittadini, d’altro canto, possono guadagnare tanto o poco, l’importante è che non mettano il naso in questioni che spettano solo alla classe dirigente, come decidere cosa dev’essere considerato bene e cosa male; e che non pensino che le decisioni importanti, che riguardano il presente ed il futuro del nostro pianeta, siano cosa che li riguardi.
Soluzione della crisi a parte, ricordatevi che l’attuale crisi non si supererà, perché è un punto ben preciso della transizione verso il sistema globalizzato mondiale. In altre parole, la crisi è stata voluta dalle stesse persone che oggi ci dicono come potremmo uscirne. Una presa in giro globale.
Si tratta di una strategia: farci vivere con meno soldi, farci arrabbiare e farci passare la fame, così poi saremo più malleabili ed accetteremo più facilmente le politiche per lo “sviluppo”, per il “sanamento del debito”, per “uscire dalla crisi”.  Ci proporranno (e lo stanno già facendo, ndr) le soluzioni di enti sovrannazionali come l’UE e l’ONU, organizzazioni internazionali che si sono costruite quest’aurea di credibilità, che ci fa dire cose del tipo: “se lo dicono loro, se lo dice Kofi Annan, è per il bene di tutti”. Balle. Bastardi e bugiardi, ecco chi sono i capi dell’ONU. Egoisti e dittatori.
Insomma, è tutta una cospirazione? Sì. Non c’è bisogno di crederci o non crederci, è così. Un esempio concreto: la povera Africa. È la terra più ricca del mondo, tutti la sfruttano, usano la manodopera dei suoi abitanti e corrompono i suoi governanti. Poi ci vengono a chiedere di donare qualche soldo per la causa africana, per i bambini che muoiono di fame. Ma il mondo è pieno di soldi, il problema è che sono concentrati proprio nelle mani di queste persone a capo di Fondazioni umanitarie, di Governi e di organizzazioni internazionali. Capite bene che è sempre una grande presa in giro.
Se gli alti vertici del CFR americano, dell’inglese EIIR, della Commissione Trilaterale, della Conferenza di Dartmouth, dell’Istituto Aspen di Studi Umanistici, dell’Istituto Atlantico e del Club Bilderberg fossero interessati a salvare la vita dei bambini africani, l’Africa sarebbe già salva da almeno cinquant’anni.
Un altro esempio: il petrolio e i danni ambientali. Se gli alti vertici del CFR o del Club Bilderberg fossero interessati ad eliminare la dipendenza dal petrolio e permetterci di vivere in un pianeta più sano,  avrebbero già chiuso i giacimenti.
Se (e concludo) agli alti vertici del CFR e del Club Bilderberg non piacessero le armi, non ne finanzierebbero la produzione.
Non è nell’attuale interesse degli alti vertici del CFR, del Club Bilderberg e della Commissione Trilaterale cambiare strada. Non entra nei loro cervelli, per ora, la concezione di vivere in un mondo dove tutti stiano bene e dove non esista la necessità di possedere denaro, quale strumento d’amministrazione del potere di pochi sulle masse.
Torniamo all’Unione Europea. Cosa sta succedendo? Qual è il programma per l’Europa? Perché la crisi e perché hanno cominciato a parlare di rating, di Stati con tripla A e così via? Non c’è bisogno di grandi spiegazioni forbite o talk show televisivi, la spiegazione è questa: mercati finanziari, Borse, economie e politiche confluiscono e sono fondate solo ed esclusivamente nell’interesse economico di un’élite di persone, che hanno l’obiettivo di possedere la maggior parte della ricchezza mondiale ed un potere tale, che gli permetta di comandare e decidere sulle sorti del mondo, a prescindere dal consenso o dalla condivisione del resto della popolazione. In altre parole, creare un sistema in cui il potere politico viene solo dopo il potere economico.
Un paio di dichiarazioni da pelle d’oca a riguardo. “L’obiettivo è creare un potere economico mondiale superiore ai governi politici delle nazioni implicate, affinché i suoi creatori e leader, dirigano il futuro”. [fonte: “With no apologies” - Berry Goldwater, senatore statunitense].  “È necessario stabilire un gioco dialettico tra governi e multinazionali, il primo dovrà obbligare i paesi in via di sviluppo ad adottare una legislazione liberale ed abbandonino il nazionalismo, mentre le multinazionali dovranno trasmettere ai governi le conoscenze che posseggono dei paesi nei quali operano” [fonte: “The crisis of democracy” - Samuel Huntigton, investigatore politico di Harvard, Michel Crozier, sociologo francese e membro dell’Accademia delle Scienze Morali e Politiche di Francia, Joji Watanuki, membro giapponese della Commissione Trilaterale]
Torniamo al Bilderberg. Il gruppo Bilderberg è stato fondato da varie persone (pare che l’ideatore del Bilderberg Group fu Joseph Retinger, ndr), tra cui un ex-ufficiale delle SS di Hitler, il principe olandese Bernardo de Lippe-Biesterfeld, membro della giunta della Farben Bilder, una filiale del gruppo d’intelligence della Germania nazista (da cui si suppone provenga il nome Bilderberg e non dall’hotel sede del primo incontro del 1954, ndr). La famiglia di Bernardo de Lippe ha sempre cercato di interrare questa parte della storia del “buon” principe olandese, soprattutto quando, dopo la guerra mondiale, divenne il direttore generale del conglomerato olandese-britannico del petrolio Royal Duth Shell. Insomma, un ideologo nazi, per farla breve.
Assieme a lui, l’altro padre fondatore del Bilderberg fu Otto Wolf von Amerongen, direttore della compagnia petrolifera Exxon (a suo tempo, nel 1971, si chiamava ancora Standard Oil, ndr), nel cui curriculum spiccano: il traffico illegale di tungsteno per la produzione di armi, l’essere stato una spia nazista in Portogallo e l’aver venduto, una volta terminata la seconda guerra mondiale, le azioni che Hitler aveva espropriato agli ebrei durante la sua dittatura. Un altro buon personaggio, no?
E poi? Dopo il rappresentante regale, quello imprenditoriale, manca quello bancario no? Infatti, il terzo padre fondatore del Club Bilderberg è proprio David Rockefeller, capo della Chase Manhattan Bank. Un banchiere modello, un figlio di puttana con i fiocchi, che oltre a diventare l’uomo più ricco del mondo attraverso frodi e finanziamenti a guerre e traffici illeciti, controlla quasi il 10% delle azioni del network di notizie ABC , oltre il 15% della CBS e circa il 5% della RCA (Radio Corporation of America). Insomma, controlla che tipo di informazione dev’essere veicolata dalle televisioni e dai giornali. Tutte le notizie veicolate dai mass media ufficiali (ABC, CBS, NBC, da cui prendono le notizie, poi, i mass media europei, ndr) sono controllate da un’unica corporazione, quella che potremmo chiamare la “Rockfeller Broadcasting Company” [fonte: D. Estulin - “Bilderberg Secrets”].
Anche i mass media sono involucrati nel Bilderberg? Sì. I capi, direttori ed editori, delle catene si agenzie di notizie nordamericane ed europee fanno parte del Club Bilderberg, che  decide cosa trasmettere e come creare una prestabilita “opinione pubblica” su una questione politica, piuttosto che economica. Insomma, lo ripeto una volta ancora: non crediate a quello che dicono e scrivono i mass media ufficiali. Una prova di tutto questo? William Paley, fondatore della catena televisiva CBS fu addestrato su come utilizzare al meglio la tecnica del lavaggio del cervello alle masse, durante la seconda guerra mondiale, presso l’inglese Istituto Tavistock di Analisi Comportamentale . Un altro nome? L’Istituto RAND. Magari non lo conoscete ma tutti i sondaggi di opinione pubblica trasmessi dalle televisioni e giornali passano per il suo filtro. Le persone che presiedono questa fantomatica organizzazione no-profit, sono esponenti del CFR e del Club Bilderberg. “Una delle aree chiave dell’esperienza dell’Istituto RAND – afferma D. Estulin – sono gli studi di disinformazione e manipolazione di grandi gruppi di popolazione. Spesso si basa sulla tattica dell’inganno, cioè l’uso orwelliano dell’ambiguità. Così, ad esempio, si chiama pace la guerra, terroristi i pacifisti e così via”.
Solo per riportare questo discorso più vicino a noi, senza sempre fare esempi con gli Stati Uniti, sappiate che Gianni Rotta, dal 2009 direttore del Sole24Ore, è un ospite del Bilderberg.
“Il Bilderberg, come la Commissione Trilaterale, è articolato su cerchi concentrici dove i veri iniziati stanno al centro, mentre il cerchio più esterno solitamente ospita figure come professori universitari o politici e capi di Stato in vista. Le decisioni del Bilderberg hanno efficacia anche dopo anni e vengono notificate a organismi come il G8 o vengono perfezionate in simposi tenuti dall’Aspen Institute, dal Club di Roma o dallo World Economie Forum di Davos. Superfluo sottolineare che i membri del Bilderberg (e della Commissione Trilaterale) sono in prevalenza massoni e che, soprattutto nei cerchi interni, non esistono forme di alternanza democratica, una contraddizione in termini a livello di élites, dove la stabilità è d’obbligo, e sono sempre le stesse figure ad apparire, come ad esempio David Rockefeller o Henry Kissinger […] . Giova ricordare che massoni presenti in Società Segrete, come appunto il Bilderberg Group, sono tuttavia divisi in due obbedienze: quelli del ramo angloamericano e quelli della Massoneria francofila-umanista, in continuità con la divisione «storica» della Massoneria, il Palladismo d’oltreoceano fiancheggiato dalle alte Società Segrete britanniche, la via angloamericana alla Repubblica Universale, che si avvale delle ricchezze principalmente dei Rockefeller, in concorrenza con quella europea della Sinarchia, imperniata sull’asse franco-tedesco e appoggiata dai Rothschild. Le distinzioni – occorre averlo sempre ben chiaro – non sono tuttavia mai così nette, come testimonia la presenza ad un tempo di massoni di entrambe le estrazioni nei circoli mondialisti, a significare uno scopo comune da perseguire al di là di ogni opposizione interna” [fonte: Massoneria e sette segrete: la faccia occulta della storia]
Insomma in Club Bilderberg è la riunione dove capi di Stato, banche e multinazionali decidono come salvare il mondo e che misure adottare per farci vivere tutti meglio? No. Il Bilderberg è un club di massoni formato da nazisti, banchieri senza scrupoli, trafficanti d’armi, mass media corrotti e politici minori, che si limitano ad accettare le decisioni prese dal nucleo centrale e più intimo del Bilderberg, che giocano al Monopoli ed al Risiko con il nostro mondo.
Per concludere, ecco l’agenda Bilderberg, gli attuali obiettivi dei governatori del mondo [liberamente tratto da “Il Club Bilderberg” – D.E.]:
1.      Un’identità internazionale. Distruggere l’identità nazionale, cioè depauperare la sovranità degli Stati (come sta accadendo sotto i nostri occhi, ndr), per stabilire valori universali obbedienti ad un unico governo mondiale.
2.      Un controllo centralizzato della popolazione.  Lavando il cervello alla popolazione (attraverso la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, anche Internet, ndr), l’obiettivo è quello di eliminare la classe media. Ci saranno solo governanti e schiavi, più o meno coscienti del loro status di servi del potere (un po’ già è così, no?, ndr).

3.      Una società a crescita zero. Se c’è prosperità, c’è progresso e la prosperità ed il progresso impediscono esercitare la repressione. Prevedono che il fine della prosperità avverrà con lo sviluppo dell’energia elettrica nucleare e con la completa industrializzazione (a parte per i settori informatici e dei servizi) e con la completa esportazione delle più grandi imprese nei paesi dove la manodopera è più economica (è uno degli obiettivi principali del TLCAN, il “Trattato di Libero Commercio dell’America del Nord”, ndr)
4.      Uno stato di disequilibrio perpetuo. Se si creano crisi artificiali che sottomettano la popolazione ad una coazione continua (dal punto di vista fisico, psichico ed emozionale), si può mantenere uno stato di disequilibrio continuo. Questi signori pensano che, troppo stanchi e disillusi, in situazione di crisi profonda, i cittadini si dimostreranno confusi e demoralizzati, a tal punto che, sopraffatti dalle troppe opzioni, si faranno vincere da un’apatia generale, che prenderà il sopravvento su scala mondiale e porterà all’accettazione dei programmi salvifici, proposti da enti come l’ONU e le altre organizzazioni internazionali che “operano per il bene di tutti i cittadini del mondo”(lo stiamo cominciando a vivere ora con l’attuale crisi finanziaria, ndr)
5.      Un controllo centralizzato dell’educazione. L’Unione Europea e le future Unione Americana e Unione Asiatica puntano ad avere un controllo sulla cultura e sull’educazione dei giovani, sterilizzando il più possibile la storia del mondo. Oggi, ad esempio, i libri di storia sono controllati, rivisti e spesso censurati in alcuni paesi dell’America Latina ed i toni, in generale, sono sempre pacati e smorzati, soprattutto per quanto concerne i temi “caldi” della storia (schiavitù, nazismo, sperimentazione medica, e così via, ndr)
6.      Un controllo centralizzato di tutte le politiche nazionali ed internazionali. Tutto ciò che fanno gli Stati Uniti, coinvolge anche il resto del mondo, lo sappiamo. In Europa, gli Stati stanno perdendo, giorno dopo giorno, il proprio potere sovrano, soffocati dalle regole dettate dall’Unione Europea (vedi Grecia, Italia, Spagna e piano piano toccherà a tutti, ndr). In Europa, il cammino verso l’annichilimento dei singoli Stati cominciò già negli anni Cinquanta, con la creazione della Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, poi continuò con il mercato Unico Europeo, per giungere all’adozione della Moneta Unita ed alla creazione della mitica Unione Europea. Un tempo gli Stati europei possedevano la propria sovranità, una sovranità che l’UE è andata rodendo poco a poco e che oggi sta usurpando, attraverso il controllo dell’economia e della politica delle singole nazioni. Pensate che solo qualche anno fa, chi diceva che un giorno l’UE minerà il potere dei singoli Stati che ne fanno parte, era ridicolizzato o additato come pessimista e cospirazionista. Oggi è una realtà.
7.      La concessione di un maggior potere alle Nazioni Unite. Il sistema dell’ONU ha come obiettivo costruire un governo mondiale dichiarato ed in seguito un governo mondiale di fatto, per poi esigere una tassazione diretta da parte nostra in quanto “cittadini mondiali”. Bella la globalizzazione, vero?
8.      Un blocco commerciale occidentale. In seguito all’espansione del TLCAN, si formerà un’Unione Americana simile all’Unione Europea.
9.      L’espansione della NATO. Man mano che la ONU continuerà ad intervenire sempre più nei conflitti bellici in Medio Oriente, Africa e così via, la NATO si convertirà nell’esercito mondiale, sotto comando della ONU.

10.  Un sistema giuridico unico. Il tribunale Internazionale di Giustizia diventerà l’unico sistema giuridico del mondo.
11.  Uno stato di benessere socialista. Scopo dei rappresentanti del Bilderberg, CFR e della Commissione Trilaterale è creare uno stato di benessere socialista, nel quale si compensano gli schiavi obbedienti e si sterminano gli anticonformisti.

Il gruppo Bilderberg dispone del potere e delle influenze necessarie per imporre le sue politiche in qualsiasi Paese del mondo.
Quanto più vorremo e sapremo agiremo uniti, tanto meglio potremo sviare questi signorotti dai propri obiettivi. Questi potenti riccaccioni hanno il gioco facile, visto che sono abituati trattare con pecore, quali siamo. Per farla finita con tanta ipocrisia, ineguaglianza, guerra e povertà dobbiamo cominciare a costruire noi il nostro mondo, senza fare solo rivoluzioni che muoiono in piazza o vengono smantellate dalla polizia ma costruendo un sistema che prescinda da tutte queste persone, malvagie ed egoiste e, soprattutto, dal denaro.
Vi fidate ancora di politici e banchieri?
Per un futuro dove non ci sia più bisogno del denaro e dove nessuno muoia di fame e di miseria, dovete cominciare a fondare la vostra vita quotidiana su valori incorruttibili, difendendo e lottando per i vostri diritti di cittadini liberi e, innanzitutto, di uomini liberi. Senza scuse, senza compromessi, senza farvi manipolare e corrompere, senza continuare a comportarvi e vivere come pecore timorose.

(Fonte: http://buenobuonogood.wordpress.com/2012/03/05/bilderberg-2012-la-sporca-agenda-segreta-dei-capi-del-mondo - 5 marzo 2012)

(Postato l'8 aprile 2013)

 

Il Governo del Bilderberg.

di Ida Magli

L'Europa è ormai tutta felicemente conquistata. Il programma messo a punto dalla società segreta Bilderberg nella riunione del maggio 2009 è stato quasi del tutto realizzato. Diciamo meglio: dato che la parte più difficile e tuttavia indispensabile era quella riguardante la liquidazione delle nazioni d’Europa, essere riusciti a impadronirsene è il segnale che ormai l’opera è al sicuro, nulla potrà più ostacolarne il completamento. Le bandierine del Bilderberg sventolano allegramente sui colli e le torri europee più importanti. La Banca centrale europea ne è per certi aspetti il capolavoro. Attraverso la Bce il Bilderberg ha in mano la vita di quasi tutti gli Stati che, con una decisione illegittima e assurda dei loro governanti, hanno rinunciato a battere moneta e si sono consegnati alla volontà di coloro che ne sono i padroni (partecipanti al patrimonio): Beatrice d’Olanda, il principe Constantjin, Sofia di Spagna, Philippe del Belgio, David Rockefeller,  Filippo di Edimburgo, Mario Draghi (in quanto partecipante della Banca d’Italia), tutti membri del Bilderberg e presenti alla riunione del 2009. Le partecipazioni degli Stati sono in percentuali minime e forse servono, oltre che a salvare le apparenze, anche a ricompensare i politici per la loro rinuncia alla creazione e alla gestione della moneta. Cosa avevano deciso i membri del Bilderberg nella riunione del 2009? Volendo raggiungere come meta finale la realizzazione di un’unica civiltà planetaria, ne erano state predisposte le tappe (ormai per quanto riguarda l’Occidente quasi raggiunte): la distruzione delle identità nazionali, da perseguire attraverso la sovversione dei valori che vi si fondano e l’eliminazione dei singoli Stati; il controllo centralizzato di tutti i sistemi educativi di cui l’avvio è stato dato in Europa con il Trattato di Maastricht e la cosiddetta “armonizzazione” dei programmi scolastici; il ripudio delle discipline storiche e del loro insegnamento in quanto possibile ostacolo nei giovani all’accettazione del Nuovo Ordine Mondiale e al superamento psicoaffettivo del valore della patria, della tradizione, dei costumi in tutti i campi; il controllo delle politiche interne ed estere, come già avviene in Europa attraverso l’esame preventivo delle finanziarie e i vari trattati sui confini, sull’immigrazione, sull’uguaglianza dei diritti; una lingua unica, che è quella già in uso e che a poco a poco tutti sono obbligati ad adoperare: l’inglese. Il perno sul quale i bilderberghiani si fondano in tutti i loro progetti è però sempre quello finanziario visto che, tramite le banche e le speculazioni di Borsa, riescono a guidare concretamente ogni tipo di politica riducendo a propri esecutori gli uomini di governo dei singoli Stati. L’instaurazione di un mercato unico e di una moneta unica è quindi la meta più importante; ma essere riusciti, con la creazione dell’euro, a eliminare quasi tutte le monete europee rappresenta la loro vittoria più significativa in quanto segnala che il progetto finale è sulla via del traguardo. Di fatto tutta l’operazione “Unione europea” è stata pensata come una specie di esperimento la cui riuscita avrebbe confortato i progettisti nel proseguire sulla stessa strada. Nessuno creda che le crisi finanziarie, l’impoverimento dei popoli, l’eccesso di tassazione, siano per il Bilderberg segnali negativi, tutt’altro: era programmato che sarebbero stati questi gli strumenti con i quali giungere alla meta. Come abbiamo potuto vedere attraverso quello che è successo in Italia, il colpo di forza con il quale un banchiere è diventato capo del governo ha avuto come “giustificazione” il crescere del debito, il differenziale sempre più alto con i titoli tedeschi; ma per chi è padrone del gioco di Borsa provocare tali squilibri è facilissimo, tanto più quando i manovratori sono d’accordo sul da farsi essendo tutti membri del Bilderberg o dei suoi rami più importanti, quali la Trilateral Commission e l’Aspen Institute: Mario Monti, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Carlo Azeglio Ciampi, Romano Prodi, José Barroso, Giuliano Amato, Vincenzo Visco, Enrico Letta… Tutti nomi citati più volte e da diversi autori, oltre me, negli anni scorsi, quali per esempio Daniel Estulin con il suo “Il Club Bilderberg” pubblicato nel 2005, Marco della Luna con “Euro schiavi” anch’esso del 2005, Elio Lannutti  con “La repubblica delle banche” pubblicato nel 2008, senza che nessuno li abbia mai smentiti. Dunque possiamo constatare che tutte le previsioni si sono avverate: gli Stati d’Europa hanno perso la sovranità, l’identità, le loro ricchezze e quelli più difficili da domare a causa della loro creatività, del loro attaccamento alla propria storia, alla propria indipendenza, quali la Grecia, l’Irlanda, la Spagna, l’Italia, sono stati ridotti, tramite la pressione sui titoli sovrani, a dipendere dalla “generosità” dei banchieri con una nuova, orribile immagine di sé, quella di “mendicanti”, di possibili ladri cui è pericoloso prestare soldi se non danno se stessi e i propri figli in garanzia. I banchieri hanno adesso finalmente raggiunto il loro ultimo scopo: darsi la mano diventando interscambiabili con i politici e proclamando così apertamente che è iniziata una nuova era: il Regno dei Banchieri. Avevo scritto due anni fa, nella Dittatura europea, che avrei creduto a questa ricostruzione, che pure ero stata io stessa a fare con puntigliosa, scrupolosissima ricerca, il giorno in cui avessi visto i banchieri mettersi al posto dei politici. E’ proprio quello che è avvenuto. Ed è avvenuto - cosa incredibile - con l’aiuto, la complicità dei politici. Ho tante volte interrogato negli anni scorsi i maggiori leader del mondo politico, religioso, industriale, giornalistico sul perché avessero accettato in silenzio di uccidere se stessi, insieme all’ Italia, senza riuscire ad avere una risposta. Oggi però non possono continuare a tacere e consegnarsi alla storia come dei vigliacchi traditori della propria nazione e del proprio popolo. E’ indispensabile che si scuotano dalla passività nella quale sono sprofondati e si convincano che la desertificazione attuale dei partiti, l’assenteismo e il ripudio degli elettori, perfino la corruzione che ha invaso tutte le istituzioni, sono la conseguenza di questo tradimento perché nessuno ha più davanti a sé una patria da difendere, un valore collettivo in cui credere, un futuro in cui sperare e da costruire per i suoi figli.

(Fonte: www.italianiliberi.it/Edito12/il-governo-del-bilderberg.html - 3 novembre 2012)

(Postato il 13 aprile 2013)

 

Club Bilderberg, intervista a Daniel Estulin. Un video importantissimo per comprendere ancora più a fondo i segreti del Bilderberg. E' una intervista a Daniel Estulin, che ha pubblicato nel 2005 il famoso libro "Il Club Bilderberg, la storia segreta dei padroni del mondo". (Postato il 25 aprile 2013)

Gruppo dei Trenta

di Italo Romano

Leggendo l’ultimo scritto di Barnard, vengo a conoscenza dell’esistenza dell’ennesimo gruppo elitario. Faccio ammenda, nonostante sia uno dei temi che affronto e studio maggiormente, ne ero completamente all’oscuro. Il suo nome è Group of Thirty (G30), ovvero Gruppo dei Trenta. Sul web sono riuscito a trovare poche informazioni, per di più in inglese, il che la dice lunga sull’importanza di questo ristretto gruppo globalista. Spulciando nel sito della Banca d’Italia, ho appreso che dal 21 al 23 maggio 2009, si è tenuta in Italia, presso la sede del massimo istituto creditizio, la 61a riunione plenaria del G30. Addirittura, al termine dei lavori, l’allora presidente del Gruppo, prof. Jacob A. Frenkel, ex Governatore della Banca centrale di Israele, e l’allora Governatore della Banca d’Italia, prof. Mario Draghi, hanno tenuto una conferenza stampa formale dove hanno potuto partecipare solo giornalisti scrupolosamente selezionati. Sempre sul sito della Banca d’Italia sono riuscito a reperire una brevissima presentazione del G30: “Il Group of Thirty (G30), organizzazione senza fini di lucro, è formato da esponenti di altissimo profilo che ricoprono nel mondo importanti incarichi nel settore pubblico e privato, nonché da accademici delle università più prestigiose. Il G30, fondato nel 1978, si riunisce periodicamente per discutere temi economici e finanziari ed esaminare gli scenari che le autorità nazionali e gli operatori devono fronteggiare. Formalmente denominato “The Consultative Group on International Economic and Monetary Affairs, Inc.”, il Gruppo è un importante foro di discussione e di elaborazione di idee in materia economica. I membri del G30 – governatori di banche centrali, rappresentanti di governi, economisti ed esperti del settore privato provenienti da 16 paesi diversi – hanno discusso nel tempo diverse questioni e pubblicato una serie di studi e ricerche sui più rilevanti temi di economia e finanza. Il G30 è guidato da Paul A. Volcker e Jacob A. Frenkel". Insomma, sempre la solita presentazione a filastrocca. Se consultate i diversi siti di queste organizzazioni elitarie potrete constatare di persona. Questo organismo internazionale svaria su tutto il fronte economico, le tematiche affrontate nelle riunione del G30 sono le più disparate: dall’ambito monetario a quello finanziario; dalle Banche centrali ai mercati internazionali dei capitali; dalla vigilanza dei servizi e dei mercati finanziari, alle questioni macroeconomiche, come mercato del lavoro e l’intera catena produttiva. Il Gruppo dei Trenta è stato fondato nel 1978 da Geoffrey Campana su iniziativa della Fondazione Rockefeller, che ha anche fornito il capitale iniziale. Il suo primo presidente fu Johannes Witteveen, l’ex direttore generale del Fondo monetario internazionale (FMI). Il suo attuale presidente è Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca Centrale europea, da poco succeduto (22 Novembre 2011) al sopracitato Jacob Frenkel. La sede del G30 è a Washington DC, negli States. Ogni anno si tengono due riunioni plenarie, oltre a numerosi convegni, seminari e gruppi studio. Monitorano quotidianamente l’andamento dell’economia globale, veicolandola a proprio uso e consumo, nel tranquillo anonimato e nella cortina di disinformazione che li cela agli occhi e alle orecchie della maggior parte, troppo distratte e indaffarate dalla schiavismo giornaliero.
Spostiamoci ora sul sito inglese del Gruppo dei Trenta. Qui troviamo una scarna ma precisa presentazione: “Il Gruppo dei Trenta è un organismo internazionale privato, senza scopo di lucro, composto da rappresentanti di alto grado dei settori pubblico e privato e il mondo accademico. Il Gruppo dei Trenta si propone di approfondire la comprensione delle questioni internazionali economiche e finanziarie, per esplorare le ripercussioni internazionali delle decisioni prese nei settori pubblico e privato, e di esaminare le scelte a disposizione di operatori del mercato e politici. Il lavoro del Gruppo dei Trenta plasma la struttura attuale e futura del sistema finanziario globale, fornendo raccomandazioni fruibili direttamente alle comunità politiche pubbliche e private”. Poco spazio all’immaginazione. Si tratta di un gruppo di potere molto influente, i suoi membri sono l’èlite economica mondiale, i veri padroni del mondo, quelli che detengono il potere, e dettano i programmi politici ai burattini che noi andiamo ad eleggere “democraticamente” nella farsa elettorale. L’organigramma del Gruppo dei Trenta è molto semplice, e si divide in:
Membri attuali;
Membri Senior;
Membri onorari;
Membri del passato;
I membri attuali sono 31, provenienti da ogni parte del globo, sono tutte personalità di spicco, i soliti nomi che compaiono in ogni organizzazione elitaria mondiali sta. Ecco la lista:
Jean-Claude Trichet, presidente del G30, ex presidente della BCE e governatore onorario della Banca di Francia. Paul A. Volcker, presidente onorario del G30, ex presidente della Federal Reserve , presidente onorario della Commissione Trilaterale, si è diviso per lungo tempo tra il Dipartimento del tesoro degli States e la Chase Manhattan Bank. Jacob A. Frenkel, presidente del Consiglio di amministrazione del G30, presidente di JPMorgan Chase International, membro del Comitato esecutivo della JP Morgan Chase & Co. e dello JP Morgan International Council. Geoffrey L. Bell, segretario esecutivo del G30, presidente della GeoffreyBell&Co. (società che si propone come consulente per grandi aziende e banche in tutto il mondo, fornendo consulenza sulle transazioni del mercato dei capitali nonché le attività di analisi del rischio economico e finanziario), ex consulente della Banca del Venezuela, ex consulente finanziaro del governo delle Barbados e della Giamaica, ex presidente della Guinness Mahon Holdings, una delle banche più antiche di Londra. Abdlatif Al-Hamad, presidente del Fondo Arabo per lo Sviluppo Economico, ex Ministro delle Finanze e della Pianificazione del Kuwait. Leszek Balcerowicz, professore della Scuola di economia di Varsavia, presidente del Consiglio della Bruegel (acronimo che sta per ”Brussels european and global economic laboratory’, ovvero un think tank elitario), ex presidente Banca di Polonia. Mark J. Carney, governatore e presidente della Banca del Canada, membro del Consiglio di Amministrazione della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS). Jaime Caruana, direttore Generale della Banca dei Regolamenti Internazionali (BIS), ex governatore della Banca di Spagna. Domingo Cavallo, presidente e amministratore delegato della DFC Associates e di LLC, ex Ministro dell’Economia argentina. Ha lavorato a lungo nell’amministrazione pubblica ed è noto per il piano di convertibilità che ha stabilito il rapporto di parità tra il dollaro americano e il peso argentino tra il 1991 e 2001, che ha trascinato l’Argentina nell’insolvenza, portando il paese in una crisi economica senza precedenti. E. Gerald Corrigan, amministratore delegato di Goldman Sachs Group, ex presidente, Federal Reserve Bank di New York. Guillermo de la Dehesa Romero, direttore del gruppo Santander, ex vice direttore della Banca di Spagna. Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea, ex Governatore della Banca d’Italia, e presidente del Financial Stability Board. William C. Dudley, presidente della Federal Reserve Bank di New York, ex partner e Amministratore Delegato di Goldman Sachs. Martin Feldstein, Professore di Economia all’Università di Harvard, e Presidente Emerito del National Bureau of Economic Research. Roger W. Ferguson, Jr., presidente e CEO di  TIAA-CREF, ex presidente dell’America svizzera Re Holding Corporation. Stanley Fischer, governatore della Banca d’Israele, ex Amministratore Delegato First, ex amministratore del Fondo Monetario Internazionale. Arminio Fraga Neto, socio Fondatore di Gavea Investimentos, ex governatore della Banca centrale del Brasile. Gerd Häusler, CEO Bayerisch Landesbank, ex amministratore delegato e membro del consiglio consultivo di Lazard and Company. Philipp Hildebrand, Presidente del consiglio di amministrazione della Banca nazionale svizzera, ex partner di Moore Capital Management. Mervyn King, Governatore della Banca d’Inghilterra, ex professore della London School of Economics, socio della British Academy. Paul Krugman, Professore di Economia all’Università di Princeton, ex membro del Council of Economic Advisors. Guillermo Ortiz Martinez, ex Governatore della Banca del Messico, Presidente del Consiglio della Banca dei Regolamenti Internazionali. Kenneth Rogoff, Professore di Public Policy and Economics ad Harvard, ex capo economista del Fondo Monetario Internazionale. Tharman Shanmugaratnam, ministro delle finanze di Singapore, ex Amministratore Delegato della Monetary Authority di Singapore. Masaaki Shirakawa, governatore della Banca del Giappone, ex professore della Kyoto University School of Government. Lawrence Summers, ex Direttore del Consiglio Economico Nazionale, ex presidente dell’Università di Harvard, ex segretario al Tesoro Usa. Lord Adair Turner, presidente della Financial Services Authority, membro della Camera dei Lord del Regno Unito. David Walker, Senior Advisor di Morgan Stanley International, ex presidente del consiglio Securities and Investments. Yutaka Yamaguchi, ex Vice Governatore della Banca del Giappone, ex presidente Euro Valuta Commissione Permanente. Ernesto Zedillo, direttore del Centro di Yale per lo studio della globalizzazione, ex Presidente del Messico. Zhou Xiaochuan, governatore Banca Popolare Cinese, ex presidente Banca cinese costruzione, ex Assistente Ministro del commercio.
Poi abbiamo i membri senior:
William R. Rhodes, presidente e CEO della William R. Rhodes Global Advisors, e Senior Advisor, Citigroup, membro del CFR. Marina v N. Whitman, professore all’Università del Michigan ed ex membro del Council of Economic Advisors.
E, infine, ma non come importanza, i membri onorari:
Richard A. Debs, ex presidente della Morgan Stanley International, ex COO dela Federal Reserve Bank di New York. Jacques de Larosière, presidente di Eurofi, consigliere di BNP Paribas ed ex direttore del FMI. Gerhard Feld, ex direttore de Institut der Deutschen Wirtschaft, membro del Comitato delle Nazioni Unite del programma sviluppo. Toyoo Gyohten, presidente dell’Istituto Internazionale per gli affari monetari ed ex presidente della Banca di Tokyo. John Heimann, senior Advisor per la stabilità finanziaria dell’Istituto Comptroller of the Currency. Erik Hoffmeyer, presidente Politiken-Fonden ed ex presidente del consiglio della Banca nazionale di Danimarca. Peter Kenen, professore di Economia all’Università di Princeton ed ex socio senior del Council on Foreign Relations (CFR). William McDonough, ex Vice Presidente di Bank of America, ex presidente della Federal Reserve Bank di New York. Shijuro Ogata, vice Presidente della Commissione Trilaterale, ex Vice Governatore Banca del Giappone. Silvia Ostry, socio ricercatore del Center for International Studies ed ex ambasciatore per i negoziati commerciali del Canada. Ernest Stern, senior Advisor del Gruppo Rohatyn ed ex Amministratore Delegato della Banca Mondiale.
Anche tra gli ex membri risultano figure preminenti dell’ambito economico-finanziario internazionale, sul sito possiamo consultare la lista. Tra essi figura Tommaso Padoa-Schioppa, deceduto poco più di un anno fa, ma come ricordiamo ha fatto parte delle più alte istituzioni finanziarie italiane, europee e mondiali. E’stato vice presidente della Banca d’Italia, Ministro dell’economia della finanza nel governo Prodi II, membro della Commissione europea e della BCE. Convinto europeista, ha fatto parte del Comitato Delors che ha disegnato la strada per la creazione della moneta unica. Inoltre è stato un dirigente del FMI e consigliere economici del governo greco di Papandreou, di cui conosciamo bene la tragica fine. Ora vogliamo dire che tutti questi pezzi da novanta non hanno nessuna influenza sul “regolare” decorso della storia? Suvvia, questi club esclusivi di potere dirigono il mondo e scrivono la storia, hanno il diritto di veto sulla vita di miliardi di persone. E’ da qui che vengono decise e create a tavolino le crisi economiche. Nei meandri di questi gruppi elitari si decide il tracollo economico di una nazione o di un intero continente. Questa rete di organizzazioni internazionali di cui fa parte il Gruppo dei trenta, insieme alla Commissione Trilaterale, il CFR, il RIIA, la Round Table, il Bilderberg, l’Aspen Institute e il Club di Roma, sono il nuovo olimpo degli dei. Essi giocano a dadi con il mondo, come in un risiko a grandezza naturale. Per loro siamo solo pedine, un mezzo da usare per un fine ben preciso, il controllo totale del globo. Noi, nella nostra infinita arroganza, crediamo di essere liberi, di vivere in democrazia, nel migliore dei mondi possibili. Siamo troppo indaffarati nella nostra schiavitù quotidiana per renderci conto di ciò che realmente ci circonda. Siamo succubi, siamo schiavi, e nella maggior parte dei casi siamo fieri di esserlo. Dibattiamo, sprecando preziose energie, sulle cose più assurde, a volte anche pensando di essere dei fini intellettuali e delle menti illuminate. Ognuno si sente superiore a qualcun altro, la presunzione è tale da creare una gerarchizzazione prima morale che materiale. Le armi di distrazioni di massa hanno anestetizzato i cervelli, la pigrizia ancestrale e la stupidità genetica han fatto il resto, cullandoci in fallaci certezze e in comode convinzioni, indotte artificialmente, e non certo frutto di un pensiero autonomo e indipendente. I più si rifiutano a credere quando gli si dice o scrive talune cose. A scuotere lo status quo dominante si rischia di incamminarsi in un percorso di solitudine. Quando il l’uomo-bradipo cade dall’albero su cui sonnecchia pancia all’aria più o meno sereno, sbatte il culo per terra, e non ha occhi per vedere, e non ha orecchie per intendere. Il mondo artificioso in cui galleggia è talmente radicato nel suo pensiero da non poter accettare nessun’altra definizione della realtà che lo circonda. La presunzione e l’eccessiva autostima han fatto molto più vittime di una guerra. Chi osa far ciò, lo fa a suo rischio e pericolo, e l’isolamento è una delle peggiori arme che il branco tende ad usare per istinto di sopravvivenza e di autoconservazione. Poi ci sono anche alcune persone molto intelligenti, ma anche tanto furbe quanto affariste e opportuniste, che han fatto loro l’inganno, e lo sfruttano a proprio vantaggio, elevandosi sulla spalle degli altri, e nonostante ciò ricevono la stima e l’adulazione della stesse persone su cui questi soggetti usano far leva per raggiungere i loro scopi egoistici. Essi sono i più grandi servi del sistema. “Pochi comprenderanno questo sistema, coloro che lo comprenderanno saranno occupati nello sfruttarlo, il pubblico forse non capirà mai che il sistema è contrario ai suoi interessi”. Niente di più vero. Dormite gente, e sorridente nella vostra infima presunzione, siete schiavi, e della peggior specie, perchè pensate arrogantemente di non esserlo, mentre rappresentate lo schiavo tipo, che il sistema ama e accudisce. Scendete dal vostro piedistallo, informatevi, riscoprite i valori essenziali della vita, dall’amore all’amicizia, tornate umani, svegliatevi.

(Fonte: http://www.oltrelacoltre.com/?p=11603 - 21 dicembre 2011)

(Postato il 2 aprile 2013)

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The Aspen Institute

di Italo Romano

Conoscete l’Aspen Institute? La maggior parte di voi, sono sicuro, non ne ha mai sentito parlare. Ma non c’è da meravigliarsi, adesso vi spiegherò e capirete da voi la vostra “ignoranza”.

L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale no profit, fondata nel 1950 da un gruppo di intellettuali e uomini d’affari americani convinti della necessità di rilanciare il dialogo, la conoscenza e i valori umanistici in una realtà geopolitica complessa e in continua evoluzione. Il fine ultimo è incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei. L’istituto e i suoi partners internazionali perseguono la creazione di un terreno comune di comprensione approfondita in uno scenario non ideologizzato attraverso seminari, programmi culturali, conferenze e iniziative di promozione della leadership. La sede centrale ufficiale è a Washington D.C., ma vi sono dei campus di riferimento ad Aspen, nel Colorado, e a Chesapeake Bay, nel Maryland. Negli anni si è formata una rete internazionale che ha visto la rapida ramificazione dell’istituto in giro per il mondo: Berlino, Roma, Lione, Tokyo, Nuova Delhi e Bucarest etc. L’Aspen Institute è finanziato da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Found e la Ford Foundation, attraverso quote di iscrizione a seminari e donazioni individuali. Tra i suoi affiliati ci sono leader della politica, dell’economia e intellettuali. Attualmente Walter Isaacson è il suo presidente mondiale e CEO.

Vi domanderete: chi è costui? E’ l’ex presidente della CNN, il canale televisivo statunitense più potente e conosciuto al mondo. Pensate che quest’uomo ha rinunciato ad una delle poltrone più ambite del pianeta pur di sedere in cima all’Aspen Institute. Da un episodio del genere possiamo dedurre la planetaria importanza di questa organizzazione. Quello che interessa noi, in questo delicato momento socio-politico che sta attraversando l’Italia, è la sede italiana di questo indefinibile istituto di origine statunitense.  Scavando tra i meandri del potere e risalendo i fili dei burattini, forse, avremo una possibilità di scovare la matrice dell’inganno democratico in cui siamo stati imprigionati.

Aspen Institute Italia.
L’organizzazione, ufficialmente inzia ad operare sul territorio italiano nel 1984. Di forte caratterizzazione transatlantica (del resto la storia parla da sè) l’Aspen Institute Italia ha due sedi: a Roma in Via SS. Apostoli 49, e a Milano in Via Vincenzo Monti 12. L’attuale presidente della sezione italiane è Giulio Tremonti, Ministro dell’Economia e della Finanza dell’attuale Governo italiano. L’Aspen Institute Italia riunisce il meglio dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni, della cultura e della politica, non c’è settore che manchi all’appello: Generali, Fincantieri, Confindustria, la Rai, Mediaset, Pirelli, Poste Italiane, società Autostrade, Enel, Fiat, etc. E’ un elenco incredibile, tutti i capitali italiani, di ogni settore, convergono nell’Aspen Institute come Soci sostenitori. I loro (nostri?) danari, versati ufficialmente tramite una somma annuale uguale per tutti, finanziano le attività dell’organizzazione. Chi sono i soci sostenitori? Sono quelli che mettono i soldi e vengono ammessi a far parte dell’associazione dal Comitato Esecutivo e sono rappresentati nel Consiglio Generale dell’Istituto dai propri Presidenti, Amministratori Delegati o Direttori Generali. Inoltre ci sono anche i cosidetti Soci ordinari, personalità italiane e internazionali provenienti dal mondo accademico, politico, culturale e dei media, che sono chiamati a far parte dell’associazione dal Comitato Esecutivo, ufficialmente, per la loro fama accademica ed eccellenza professionale. Si legge sul sito italiano che essi “mettono a disposizione dell’Istituto la loro competenza e contribuiscono così alla qualità intellettuale e al patrimonio di idee dei programmi di Aspen, collaborando in forma gratuita alle diverse iniziative. Partecipano, tra l’altro, a gruppi di lavoro e task force che affrontano specifici problemi del panorama politico ed economico internazionale”. Insomma, questi soci non solo portano avanti le loro idee, ma si rendono disponibili ad appoggiare eventi specifici “su tematiche di rilevante interesse strategico". Ma che significa? Che hanno il potere di veicolare le politiche del paese? Dando un’occhiata ai nomi dei soci ordinari (Enrico Letta, Mario Draghi, Giorgio Napolitano, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Fedele Confalonieri, Lucia Annunziata, Paolo Mieli, Francesco Caltagirone, Cesare Geronzi, Franco Frattini, Gianfranco Fini, Gianni Letta, Luca Montezemolo, Sergio Marchionne, Emma Mercegaglia, Tommaso Padoa Schioppa, Giuliano Amato, John Elkann, Lucio Stanca etc.), più che una fantasiosa supposizione, è la palese oggettività. Non sono certo le “allegre comari di Windsor! Ciò che dico è manifesto, ogni frase presente sul sito ha un che di vago, di generalizzato, di palesemente fuorviante, sembra un “doppio sogno”, con la sola differenza che non è un romanzo di Schnitzler ma la realtà. Il portale dell’organizzazione è ben strutturato, e le fondamenta della Comunità Aspen sono esaltate e messe in bella mostra.

Ecco come presentano la loro “identità” e la loro “missione”: “Aspen Institute Italia è un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro caratterizzata dall’approfondimento, la discussione, lo scambio di conoscenze, informazioni e valori”. Una congregazione di supereroi che lottano per un mondo migliore. Persone sensibili e lungimiranti che, lontani dalle tentazioni del dio denaro, dirigono il pianeta verso la fratellanza e l’uguaglianza sociale. Un gruppo di illuminati che si scambiano preziose nozioni con l’obiettivo rispettabilissimo di sconfiggere i mali che affliggono questa martoriata terra. “La comunità Aspen è composta di Soci Sostenitori, Soci Ordinari, Amici di Aspen e, dal 2001, dagli Aspen Junior Fellows. Dai loro contributi l’Istituto trae le risorse necessarie per il proprio funzionamento. Il network internazionale Aspen è composto da altri centri di attività (indipendenti ma coordinati) con sedi negli Stati Uniti, in Francia, Germania, Giappone, India e Romania. La missione di Aspen Institute Italia è l’internazionalizzazione della leadership imprenditoriale, politica e culturale del Paese attraverso un libero confronto tra idee e provenienze diverse per identificare e promuovere valori, conoscenze e interessi comuni. L’Istituto concentra la propria attenzione verso i problemi e le sfide più attuali della politica, dell’economia, della cultura e della società, con un’attenzione particolare alla business community italiana e internazionale“. Riuniti liberamente e senza condizionamenti, qui, le persone possono dar sfogo al loro libero pensiero e scatenare la forza creatrice dell’ingegnosa menta umana. Ora mi volete far credere che tutta questa marmaglia di uomini politici, alta finanza e chi più ne ha più ne metta, non discuta minimamente della politica nostrana? A me sembra inevitabile, anzi ad essere cattivo mi verrebbe da dire che sia lo scopo principale di quest’organizzazione. Dirigere nelle retrovie del clamore mediatico le sorti economiche e sociali del paese, imponendo politiche ad hoc per tutelare il potere dei veri padroni, a discapito della popolazione, che, ricordiamolo, è all’oscuro di tutto. Ergo, immagino che queste armoniose discussioni possano facilmente condizionare o quanto meno influenzare la politica dell’esecutivo, di qualunque schieramento esso sia. Hanno anche un metodo con cui applicano la loro “mission”, da loro stessi identificato come “metodo Aspen”. Questo “privilegia il confronto ed il dibattito ‘a porte chiuse’, favorisce le relazioni interpersonali e consente un effettivo aggiornamento dei temi in discussione. Attorno al tavolo Aspen discutono leader del mondo industriale, economico, finanziario, politico, sociale e culturale in condizioni di assoluta riservatezza e di libertà espressiva”. Il dibattito a porte chiuse è noto come uno dei migliori metodi per curare le piaghe di questo mondo crudele. Libertà di pensiero a porte chiuse, bel modo di perpetrare il bene comune. Se solo ci avessimo pensato prima! Loro sono gli illuminati e ci hanno pensato molto tempo fa, pochi anni dopo la fine della Grande Guerra, e così sono stati in grado di dirigere le sorti di nazioni intere. Alcuni complottisti lo definiscono Nuovo Ordine Mondiale. Bene, credo che l’Aspen sia una delle organizzazioni che fanno capo al progetto citato. “Lo scopo non è quello di trovare risposte unanimi o semplicemente rassicuranti, ma di evidenziare la complessità dei fenomeni del mondo contemporaneo e incoraggiare quell’approfondimento culturale da cui emergano valori ed ideali universali capaci di ispirare una leadership moderna e consapevole“. La leadership che intendono loro è la dittatura totalitaria del Nuovo Ordine Mondiale, controllo tramite la paura, una sola neolingua, una sola moneta, un’umanità di automi ubbidienti e servili, oltre lo schiavismo. Uomini-robot, uomini macchine, nati per produrre e consumare, carne da macello per l’incremento del Pil.

Miguel Martinez ha definito l’Aspen Institute, per questa sua aleatorità comunicativa, come una fabbrica di tritanuvole. Questo evidente e premeditato abuso di vacuità e la sua neanche tanto occulta organizzazione piramidale, mi insospettisce, e non poco. Non ho mai sentito parlare nessun alfiere della libera informazione dell’Aspen Institute, ne ho letto libri rivoluzionari che illustrassero agli italiani beoti come si muovono i burattinai nelle retrovie. Credo che mai e poi mai nei vari “vieni via con me” sentiremo un’arringa che possa risvegliare minimamente il cervello dell’italiano medio. Dormite gente, e sognate con i vostri Travaglio, Saviano, Santoro etc. Insomma questo Aspen sembra un bel minestrone all’Italiana, un inciucio elevato alla vaghezza. Il punto è che Aspen non è propriamente un’associazione umanitaria, non fa beneficenza ed è lecito pensare che persone del calibro dei suoi membri non si riuniscano soltanto per scambiare quattro chiacchiere sui massimi sistemi o per ricercare la panacea di tutti i mali. C’è dell’altro, lo si intuisce, ma è difficile penetrare la discreta cortina che protegge quel salotto buono dagli sguardi indiscreti e dai sorrisi bipartisan. Nel contempo non è un’associazione segreta, i suoi membri sono conosciuti e chiunque voglia avere informazione sull’Aspen Institute non ha che da andare sul sito internet. Non è la massoneria ma le somiglia molto, mancano capucci e compassi ma il livello di segretezza al di là della formale apparenza è da veri professionisti del potere.

Come si diventa membri dell’Aspen Institute?
E’ una domanda lecita, che dopo aver letto un pò di roba, dovrebbe sorgere spontanea. Allora ancora una volta sono ricorso al sito web italiano dell’organizzazione, per la serie se vuoi nascondere qualcosa mettila in bella mostra, davanti agli occhi di tutti, tanto, vista l’ottusità generale, passerà tranquillamente inosservata. Parto dal gradino più basso dell’organigramma piramidale, dalle new entries, cioè i giovani, chiamati “Junior Fellows”. Sul sito vi è scritto che: “Gli Aspen Junior Fellows sono un network internazionale di giovani ad alto potenziale formato dai ragazzi che hanno preso parte ai progetti “Aspen per la Nuova Leadership” nel 1999 e nel 2001, a cui sono aggiunti 22 nuovi membri nel 2004”. Come abbiano fatto questi fortunati ragazzi a partecipare a questi progetti non è spiegato. I requisiti richiesti sono basilari, ma se non sei segnalato da un socio dell’Aspen Institute la possibilità di entrare a far parte della famiglia sono pressochè nulle. E’ chiaro che l’Aspen non è roba per tutti. Come pure è evidente che non si tratta di corsi di formazione regionali a cui noi comuni mortali possiamo prendere parte. Non ho letto di bandi del genere, non mi sarebbe sfuggito. Qui, forgiano e plasmano la classe dirigente del futuro, allevano con dosi massicce di “pappa reale” veri e propri rampolli, predestinati, di “sangue puro” che erediteranno, come le dinastie di un tempo, le sorti del mondo. Poco democratico direi! Non vorrei risultare allarmate ma qui le cose quadrano sempre meno.

Conclusioni
Ho consultato svariato materiale sull’Aspen Institute, c’è tanto da leggere ed è tutto molto inquietante: Bilderberg, Commissione Trilaterale, Club of Rome, CFR etc. Affiorano sempre gli stessi nomi. Saranno coincidenze, preferisco passare per paranoico, ma io non ho mai creduto alle coincidenze. La verità è che siamo stati ingannati, ed oggi ci sono le prove. Ci hanno fatto credere che potevamo essere padroni del nostro destino delegando ad altri le nostre speranze, chiudendoci in una cabina a scegliare prima fantocci e poi simboli senza significato. Ci hanno incantato per anni, con dibattiti, liti, parapiglia mediatici e comizi deliranti, ci hanno mostrato due facce della stessa medaglia, e gli hanno dato nomi e ideologie veicolanti. L’alfa e l’omega, la destra e la sinistra, solo fandonie! Ci hanno dato l’apparenza democratica tramite la messa in scena di due finti schieramenti, in eterna lotta tra loro. Ci hanno fatto credere di essere liberi perchè potevamo sciegliere tra il burattino rosso e il burattino nero: CAZZATE!
Mentre noi eravamo impegnati a dividerci e scannarci in nome di una illusione. Mentre eravamo intenti a sputarci merda l’un l’altro sulle grandi astrazioni, questi personaggi hanno complottato nei retroscena nazionali le loro politiche contro il bene comune. Ci hanno prosciugato di tutto e ci hanno reso un popolo schiavo, servile e peggio ancora fiero di esserlo. La metamorfosi subita della società italiota (e non solo) è stata lenta ma inesorabile. Siamo dei salvaggi, ignoranti, vuoti, arroganti, e meschini. E anche ora che la verità è sotto i nostri occhi, non ce ne rendiamo conto, troppo indaffarati nell’inutilità, nell’apparenza, nel consumo sfrenato di questa finta civiltà progredita. Hanno già deciso il nostro futuro: rifiuti, nucleare, energie rinnovabili, scuola, lavoro etc. Noi siamo spettatori inermi e paganti. La nostra unica forma di rivalsa non violenta, sarebbe l’astensione in massa dalle urne e il boicottaggio di questa insulsa farsa. Mi chiedo dove sono i paladini dell’informazione, quelli che ci raccontano le storielle magiche, quelli che ci parlano dell’orco cattivo, dell’uomo nero, dove sono quelli che fanno la “televisione alternativa”, spacciandola come cultura, con i soldi della casa prodruttice (Endemol) del tanto odiato nemico (Silvio Berlusconi)? Sono maschere, commedianti che hanno esaurito il loro canovaccio, si mostrano cavalieri ma sono giullari nell’animo. Le riuscite a sentire le sbarre intorno a voi? Sono prigioni immaginarie, erette nelle nostre deboli menti, con il solo scopo di manovrarci e renderci docili. Questa democrazia è il regime dell’Aspen Institute, qualsiasi burattino scegliamo, esso farà gli interessi dell’organizzazione e attuerà le linea guida, anzi, il programma politico dettato dalla Comunità Aspen. Plasmerà l’opinione pubblica convincendola che queste nuove politiche siano le migliori possibili per la felicità e la ricchezza dell’intera popolazione. Che la favola continui...! Sapete quel’è il motto dell’Aspen Institute? Appare anche sul logo dell’organizzazione: “Timeless values, enlightened leadership” ovvero “Valori senza tempo e leadership illuminata“. Certo è che non lascia nessuno spazio all’immaginazione. Traete le vostre conclusioni, però ora non potete dire di non sapere. Avete visto quant’è profonda la tana del bianconiglio?

NOTE:
La CNN Ha una sede anche in Italia, dove si appoggia al gruppo editoriale L’Espresso S.p.a., cui azionista di maggioranza è De Benedetti, che controlla una parte non indifferente del potere mediatico italiano. A proposito di media, sapete chi è uno dei giornalisti di matrice CNN in Italia? Alessio Vinci, il tipo che ha preso il posto di Mentana nella conduzione della tramissione Matrix (in effetti quel “thank you, good night and see you soon” che recita alla fine di ogni puntata, doveva averlo sentito da qualche parte...?).
Endemol è una società produttrici di format televisivi controllata di Mediaset, ergo dalla famiglia Berlusconi. In questi giorni infuria la polemica tra l’attuale Governo in carica di Re Silvio e la trasmissione condotta da Fazio e Saviano “Vieni via con me” rea di essere aperamente schierata con l’opposizione. Tanto clamore solo per fare pubblicità al format e omettera, ancora una volta, la verità. E’ tutto finto. I vostri condottieri della libera informazione e della cultura italiota sono nel libro paga del regime.

(Fonte: www.losai.eu/conoscete-laspen-institute-italia/#.UJ0S-2d5iSo - 9 novembre 2012)

(Postato il 3 aprile 2013)

 

I membri dell’Aspen Institute Italia.

Comitato EsecutivoLuigi Abete, Giuliano Amato (Ex PSI, ULIVO, presidente dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana Treccani), Lucia Annunziata (Giornalista e Grande Ufficiale OMRI), Sonia Bonfiglioli, Giuseppe Cattaneo, Fedele Confalonieri, Fulvio Conti, Maurizio Costa, Enrico Tomaso Cucchiani, Gianni De Michelis (Partito Socialista), Umberto Eco (Accademico, filosofo, semiologo, linguista e bibliofilo di fama internazionale), John Elkann, Jean-Paul Fitoussi (Economista Francese (fa anche parte del C.d.A. di Telecom Italia), Franco Frattini (PDL - Ministro degli Esteri), Gabriele Galatieri di Genola, Enrico Letta (PD), Gianni Letta (PDL - Membro dell’Advisory Board di Goldman Sachs  è nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio del governo Berlusconi nel 2008), Emma Marcegaglia, William Mayer, Francesco Micheli, Paolo Mieli (Presidente RCS Libri, membro del comitato scientifico della Fondazione Italia USA), Mario Monti (Economista e politico italiano. La sua figura di “tecnico” ha spinto qualcuno ad indicarlo come una delle rarissime persone che potrebbero addirittura fare il Presidente del Consiglio con entrambi gli schieramenti. Passato dalla Commissione Europea sulla concorrenza a Goldman Sachs), Mario Moretti Polegato, Lorenzo Ornaghi, Riccardo Perissich (Membro della Giunta e del Direttivo di Confindustria e di Assonime, Consigliere incaricato per il Centro Studi di Assolombarda, Vice Presidente dell’Unione Industriali e delle imprese di Roma, dell’Assoimmobiliare e della Federazione Radio e Televisioni, Consigliere di Amministrazione dell’Enciclopedia Treccani, Consigliere e Membro del Comitato Esecutivo dell’Ispi, Membro dell’International Institute for Strategic Studies di Londra, dell’Istituto Affari Internazionali di Roma), Angelo Maria Petroni (Docente e saggista italiano. Collabora con numerosi quotidiani tra cui Il Sole 24 Ore, Il Giornale, Wall Street Journal ed è membro di diverse società scientifiche e fondazioni come Liberal, Ideazione, Fondazione Italia USA. Attualmente, dal 2007, è anche segretario generale dell’Aspen Institute), Mario Pirani (Giornalista REPUBBLICA), Romano Prodi (PD - Dal 12 settembre 2008 presiede il Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. Il 1 settembre 2008 ha creato la Fondazione per la Collaborazione tra i Popoli; da consulente Goldman Sachs a Presidente del Consiglio in Italia), Alberto Quadrio Curzio, Giuseppe Recchi, Gianfelice Rocca, Cesare Romiti, Paolo Savona (Economista e professore universitario italiano. Da ottobre 2007 è presidente di Banca di Roma Unicredit), Carlo Scognamiglio (Nel 2007 è stato eletto nella direzione nazionale del ricostituito Partito Liberale Italiano e, al Congresso Nazionale tenutosi a Roma il 21 giugno 2008, ne viene eletto Presidente, carica che il congresso gli riconferma in occasione del Congresso del 2009), Lucio Stanca (Politico italiano, ministro per l’Innovazione e le Tecnologie nel secondo e terzo Governo Berlusconi), Giulio Tremonti (Dall’8 maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dell’Economia e delle Finanze nel Governo Berlusconi IV), Beatrice Trussardi, Giuliano Urbani (Politologo italiano, ex ministro è stato uno dei fondatori di Forza Italia), Giacomo Vaciago (Docente italiano, ordinario di Politica Economica e direttore dell’Istituto di Economia e Finanza nell’Università Cattolica di Milano), Giuseppe Vita, Elena Zambon.

Organi direttivi: Presidenti Onorari (Cesare Romiti, Carlo Scognamiglio, Giuliano Amato, Gianni De Michelis), Presidente (Giulio Tremonti), Vice Presidenti (John Elkann, Enrico Letta, Paolo Savona, Lucio Stanca). Segretario Generale (Angelo Maria Petroni), Direttore Aspenia (Marta Dassù), Direttore Responsabile Aspenia (Lucia Annunziata), Consigliere del Presidente (Giuseppe Cattaneo), Direttore Amministrativo (Adelia Lovati).

Altri importanti esponenti del passato furono Alberto Bombassei, Francesco Caltagirone, Francesco Cossiga, Pietro Ferrero, Cesare Geronzi, Pietro Gnudi, Mario Greco, Gian Maria Gros-Pietro, Tommaso Padoa-Schioppa, Corrado Passera, e Roberto Poli.

(Fonte: www.aspeninstitute.it - 3 aprile 2013)

(Postato il 3 aprile 2013)

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Commissione Trilaterale

Introduzione di D'Auria Giancarlo Evaldo

La Trilateral Commission è una delle più importanti e conosciute associazioni mondiali elitarie, composta da circa 300 membri tra nordamericani, europei ed asiatici. Stesso identico discorso fatto per tutte le altre: ufficialmente nascono per un motivo (sostenute anche dal sito di Wikipedia, probabilmente servo del sistema), ma ufficiosamente tramano nell’ombra…! E troviamo, puntualmente, gli stessi nomi presenti anche nelle altre “Commissioni”. Personalmente, sottolineo per questa Commissione anche un altro particolare inquietante: osserviamo bene il logo…si può discutere finche si vuole, ma quelli sono, senza ombra di dubbio, tre 6 stilizzati…! Potete scaricare liberamente questo documento dell’ottobre 2011, anche perché è ufficiale. È la lista dei componenti della Commissione Trilaterale. Tra i membri italiani troviamo: John Elkann (Fiat), Pier Francesco Guarguaglini (Finmeccanica), Federica Guidi (Ducati Energia), Enrico Letta (deputato), Mario Monti, Carlo Pesenti (Italcementi), Luigi Ramponi (senatore), Gianfelice Rocca, Ferdinando Salleo, Maurizio Sella (Banca Sella), Stefano Silvestri (IAI), Marco Tronchetti Provera (Pirelli), Franco Venturini (Corriere della Sera) (Postato il 13 aprile 2013)

 

Commissione Trilaterale

da Wikipedia

La Commissione Trilaterale, o ellitticamente la Trilaterale (in inglese Trilateral Commission), è un gruppo di studio (think tank) non governativo e non partitico fondato il 23 giugno 1973 per iniziativa di David Rockefeller, presidente della Chase Manhattan Bank, e di altri dirigenti e notabili, tra cui Henry Kissinger e Zbigniew Brzezinski. La Trilaterale conta come membri più di trecento privati cittadini (uomini d'affari, politici, intellettuali) provenienti dall'Europa, dal Giappone e dall'America Settentrionale, e ha l'obiettivo di promuovere una cooperazione più stretta tra queste tre aree (di qui il nome). Ha la sua sede sociale a New York. L'organizzazione fu fondata a motivo del declino, in quegli anni, dell'influenza del Council on Foreign Relations, un precedente gruppo di studio americano di politica estera, le cui posizioni sulla guerra del Vietnam erano divenute impopolari. Tra gli scopi che la commissione si propone c'è quello di facilitare la cooperazione internazionale nella convinzione della crescente interdipendenza tra gli Stati. La lista dei membri è pubblicata ogni anno. I membri della commissione provengono dalle tre aree geopolitiche di Europa, Asia ed Oceania e America Settentrionale. Il numero dei membri provenienti da ognuna delle tre zone è tale che la rappresentanza di tali zone è, in proporzione, sempre la stessa. I membri che ottengono una posizione nel governo del loro paese lasciano la Commissione.

Composizione.
Al 2012 il Nord-America è rappresentato da 120 membri (20 canadesi, 13 messicani e 87 statunitensi), l'Europa da 170 membri (di questi 20 sono tedeschi, 18 italiani, francesi e britannici, 12 spagnoli, mentre i restanti Stati hanno tra 1 e 6 rappresentanti). L'area dell'Asia Pacifica è rappresentata da 117 membri: 75 giapponesi, 11 sudcoreani, 7 australiani e neozelandesi e 15 dai paesi ASEAN. Nel 2011 la Trilaterale ha ammesso alle proprie riunioni anche rappresentanti di Cina ed India.
Direzione e Organizzazione.
La struttura direzionale riflette le tre aree geografiche da cui provengono i membri: un gruppo europeo (Unione Europea), un gruppo nordamericano (Stati Uniti, Canada e Messico) e uno asiatico-pacifico (Giappone, Corea del Sud, ASEAN, Australia, Nuova Zelanda, Cina e India). Ogni gruppo ha una propria presidenza, il cui gabinetto è composto da un Presidente (Chairman), due Vice-Presidenti (Deputy Chairmen) e un Direttore generale (Director). La leadership è collegiale. Le tre Presidenze sono affiancate da un Comitato esecutivo (Executive Committee). Il compito dei presidenti e vice-presidenti è quello di selezionare gli argomenti da discutere nei meeting, di organizzarli, coordinarli e presiederli.
Cronologia dei Presidenti.
Presidenti del gruppo europeo
Jean-Claude Trichet (dal 2011)
Mario Monti (2010-2011)
Peter Sutherland (2001-2010) Honorary European Chairman
Otto Graf Lambsdorff (1992-2001) Honorary European Chairman
Georges Berthoin (1976-92) Honorary European Chairman
Max Kohnstamm (1973-76) Founding European Chairman
Presidenti del gruppo nordamericano
Joseph S. Nye, Jr. (dal 2008)
Thomas S. Foley (2001-2008)
Paul A. Volcker (1991-2001) Honorary North American Chairman
David Rockefeller (1977-91) Founder and Honorary North American Chairman
Gerard C. Smith (1973-77)
Presidenti del gruppo asiatico-pacifico
Yotaro Kobayashi (dal 1997)
Kiichi Miyazawa, Acting Chairman (1993-97)
Akio Morita (1992-93)
Isamu Yamashita (1985-92)
Takeshi Watanabe (1973-85)
Teorie del complotto e critiche.
Sebbene la Commissione trilaterale sia soltanto uno tra i tanti gruppi di discussione di destra e di sinistra, essa è presente in molte teorie del complotto. Lo scrittore francese Jacques Bordiot affermò, riguardo ai membri della commissione, che "il solo criterio che si esige per la loro ammissione, è che essi siano giudicati in grado di comprendere il grande disegno mondiale dell'organizzazione e di lavorare utilmente alla sua realizzazione" e che "il vero obiettivo della Trilaterale è di esercitare una pressione politica concertata sui governi delle nazioni industrializzate, per portarle a sottomettersi alla loro strategia globale".("Présent", 28 e 29 gennaio 1985). Non sono però specificate le fonti su cui Bordiot avrebbe basato le sue opinioni. Per altri la Trilaterale è semplicemente l'espressione di una classe privilegiata di tecnocrati: «La cittadella trilaterale è un luogo protetto dove la téchne è legge e dove sentinelle, dalle torri di guardia, vegliano e sorvegliano. Ricorrere alla competenza non è affatto un lusso, ma offre la possibilità di mettere la società di fronte a se stessa. Il maggiore benessere deriva solo dai migliori che, nella loro ispirata superiorità, elaborano criteri per poi inviarli verso il basso» (Gilbert Larochelle, L'imaginaire technocratique, Montreal, 1990, p. 279).

(Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Trilaterale – 13 aprile 2013)

(Postato il 13 aprile 2013)

 

Il vero volto della Trilaterale. I “poteri forti” al di sopra dei governi.

di Maurizio Blondet

In occasione della riunione della Commissione Trilaterale a Milano dell’11 novembre 2000, l’Associazione "Giovane Padania" ha organizzato a Palazzo Marino una Conferenza Stampa di contro-informazione cui ha partecipato Maurizio Blondet, scrittore, giornalista di Avvenire ed esperto di queste tematiche.

La Trilateral Commission è una filiazione del Council on Foreign Relations (CFR), nato nel 1921 con il finanziamento di potenti banchieri quali John Davison Rockefeller, Paul Warburg, J.P. Morgan, Jacob Schiff, Bernard Baruch allo scopo di contrastare l’isolazionismo in cui gli Usa minacciavano di chiudersi dopo la Grande Guerra. Tutti i grandi ministri degli esteri americani sono stati assunti prima da Rockefeller per lavorare in questo gruppo che elabora progetti storici politici economici per disegnare gli scenari futuri in cui si muoverà l’America. Clamoroso il caso del 1939 in cui il CFR fece uno studio interessantissimo che spiegava perché l’America doveva entrare in guerra: se la Germania avesse occupato la Russia, si sarebbe formato un insieme economico autosufficiente a cui gli Stati Uniti non avrebbero più potuto vendere niente. La stessa cosa se il Giappone avesse occupato la Cina. Questo progetto fu poi presentato alla Casa Bianca e la convinse a far entrare in guerra gli Stati Uniti, per un fatto puramente economico, non c’era nessun giudizio morale sul nazismo, c’era solo la convenienza per l’America a mantenere il mondo aperto alle sue merci. La cosa strana fu che tutto il CFR fu assunto dalla Segreteria di Stato Usa (ministero degli esteri) durante tutta la guerra; tutto il personale politico del presidente Franklin D. Roosevelt proveniva dal CFR. Da allora nulla è mai cambiato perché quasi tutti i presidenti americani hanno avuto un ministro degli esteri che veniva dal CFR cioè da un ente privato, una fondazione culturale che non paga le tasse, pagato dalla famiglia Rockefeller ossia la Chase Manhattan Bank e la Standard Oil. La Trilaterale nasce nel 1973 all’interno del CFR allo scopo - secondo le parole di Zbigniew Brezinsky che materialmente la creò, con i soldi di Rockefeller - di "controllare la democrazia", perché la democrazia deve essere funzionale ai grandi interessi capitalistici privati. Brezinsky crea questa associazione, che non è propriamente una società segreta ma un gruppo di pressione, una lobby, una super-lobby, in un modo che in America è accettato e che anche qui esiste, anche se in modo meno chiaro. I politici eletti spesso sono persone mediocri che non hanno idee né progetti: saliti al potere sono grati a chi glieli offre. Queste istituzioni hanno fior di professori in grado di elaborare molti progetti. È in questi ambienti che è nata l’idea dell’Europa come è stata sviluppata fino ad ora, cioè un’Europa non democratica fatta da burocrati. Prima ancora della Trilaterale, il CFR formò l’idea del Piano Marshall e affidò la distribuzione del denaro del Piano Marshall, di cui gli europei avevano estremo bisogno, a una persona che nessuno conosceva ma che loro conoscevano perché era un loro uomo - Jean Monnet, non a caso un grande nemico di De Gaulle - per fare l’Europa burocratica governata da questi poteri e sostanzialmente nell’interesse delle multinazionali. In Italia, per esempio, l’uomo di questo giro era Ugo La Malfa (padre di Giorgio). Alcide De Gasperi una volta disse, dopo aver estromesso i comunisti dal Governo, che La Malfa non si poteva estromettere altrimenti non sarebbero arrivati i soldi del Piano Marshall. Quindi il PRI di La Malfa con il 3% contava moltissimo: è sempre stato il partito di Mediobanca, di Agnelli, perché ha dietro questo gruppo di potere fortissimo. Fortissimo e molto intelligente. Adesso la Trilaterale viene qua a dirci di accelerare la costruzione di questo disegno dell’Europa, di Stati Uniti d’Europa. Il discorso è lo stesso che da settimane sta facendo (perché ne ha ricevuto l’ordine) il nostro amato Presidente della Repubblica, colui che ha cambiato la bandiera italiana con quella strana bandiera che ha una losanga e la ruota dentata, che è un simbolo della massoneria e serve a far capire che in Italia comanda la massoneria, che è l’Italia massonica collegata ai più grandi poteri massonici che parla. I simboli contano moltissimo per i massoni. Questo signore come ricorderete "salvò la lira" quando era Governatore della Banca d’Italia facendo spendere allo Stato italiano 60.000 miliardi senza riuscire a salvarla e qui apro una parentesi: il banchiere centrale della Thailandia per aver tentato la stessa operazione è stato messo sotto processo, invece il banchiere centrale d’Italia è diventato Presidente della Repubblica dopo aver fatto perdere al nostro paese la cifra pazzesca di 60.000 miliardi... è diventato un benemerito... del resto quando c’è di mezzo la ruota dentata nessuno viene mai messo sotto processo, come Badoglio che doveva essere fucilato e non lo fu. La Trilaterale dunque vuole accelerare il processo di "europeizzazione", ma questo non è un buon momento per lei, perché il processo si è bloccato. Alcuni dei loro progetti e delle loro previsioni non si sono verificate. Per esempio, uno dei loro, Tomaso Padoa-Schioppa che è il creatore dell’euro, una moneta fantasma, aveva scritto chiaramente che bisognava fare l’euro così, una volta divenuto una moneta fortissima, provocherà "crisi economiche asimmetriche" in tutta Europa tali per cui gli europei ci chiederanno in ginocchio di fare il Governo Unico Europeo, cioè di fare l’unificazione politica dopo quella economica-monetaria. La previsione di Padoa-Schioppa non si è avverata, anzi avviene il contrario: l’euro sta crollando e questo indebolisce molto il progetto di lor signori, tant’è vero che si comincia a dire che è vietato parlarne nei giornali, ma qualcuno comincia ad avere un certo disagio e a chiedersi che cosa mai ci stiamo a fare in Europa. C’è un altro fenomeno che li preoccupa davvero moltissimo: è l’emergere nella nostra Europa di uomini politici che loro non hanno scelto. Questi politici che emergono dal popolo per loro hanno un nome comune: "populisti", che in America significa quasi fascisti, è proprio una brutta parola, per loro sarebbe più accettabile un politico pedofilo di uno populista. I politici populisti vogliono politiche popolari, a favore del popolo e non dei capitali finanziari e dunque sono "cattivi". Con il "caso Haider" hanno commesso un altro errore: è così grande la loro paura che persino il capo di una piccola provincia di montagna è stato presentato improvvisamente come un Hitler (cosa che sul piano storico è assurda) e ha subìto l’ostracismo di tutti i capi di stato europei (non dell’Unione Europea ma dei singoli Stati), come se tutti avessero ricevuto un ordine, cosa che in effetti è avvenuta: hanno ricevuto una telefonata da Washington o da qualche altro fanatico della Trilaterale e hanno detto che Jörg Haider è nazista, antisemita (prima o poi ogni politico populista a sentire loro diventa antisemita), eccetera, e quindi bisogna bloccarlo. Così facendo, i politici hanno anche scoperto il loro gioco in modo impressionante, tanto è vero che il capo europeo della Trilaterale, Otto Von Lambsdorf, in un articolo apparso sui giornali del loro regime, l’Herald Tribune, Washington Post, eccetera, ha detto che le misure adottate contro l’Austria sono state un "errore politico". Infatti l’Europa unita che loro sognano è quella in cui la gente è rassegnata ad adattarsi ai loro piani. Invece il caso Haider ha fatto paura in molti piccoli paesi: la Svizzera si chiede se vale la pena di entrare in un’Europa che le dice chi e come deve votare; la Danimarca ha fatto lo stesso discorso e ha votato ancora una volta contro questo disegno di Europa. La "carta dei diritti" è un esempio di come loro vogliono l’Europa: suddita di un gruppo di 60 persone tra cui c’è Stefano Rodotà - un altro che non viene mai eletto da nessuno, ogni tanto si presenta alle elezioni ma nessuno lo elegge, nemmeno i suoi parenti - uno che poi troviamo "Garante della privacy" per 500 milioni l’anno in un ufficio che non ha mai fatto nulla, né di buono né di cattivo. Questi "grand commis" sono pagati da noi contribuenti, sia chiaro! I miliardi che prende Carlo Azeglio Ciampi - pagato il triplo del presidente Usa - sono soldi del contribuente, non li guadagna certo da sé. Il suo segretario, Gaetano Gifuni, prende un miliardo l’anno. Io come italiano non ho nessun bisogno di Gifuni. Il potentissimo addetto stampa di Ciampi, Arrigo Levi, è un membro molto influente della Trilaterale: è molto più importante di Ciampi sul piano internazionale e anzi in realtà è il suo controllore. In questo scenario cade l’appuntamento del Vertice di Nizza, programmato per tempo all’indomani delle elezioni presidenziali americane. in cui la Trilaterale doveva venirci a cantare le lodi degli Stati Uniti che seguono le loro direttive: hanno un forte presidente eletto in modo splendido, hanno una borsa in rialzo, hanno dieci anni di crescita economica, non ci sono crisi né instabilità politica... ed eccoli invece in questa situazione che incute loro una paura spaventosa: c’è vuoto di potere a Washington che dura da giorni e rischia di durare ancora molti giorni o settimane, se non dei mesi; la Borsa di New York invece sta calando e la cosa li spaventa ancora di più perché il calo della Borsa di New York può provocare il caso dello "scenario-catastrofe". Dovete sapere che la Trilaterale il 15 luglio scorso ha fatto a New York una riunione in cui hanno simulato al computer il crollo della gigantesca bolla speculativa finanziaria che c’è a New York che ammonta alla cifra astronomica di 300 milioni di miliardi di dollari di esposizioni varie, un enorme debito che nessuno può pagare, basti pensare che tutto il PIL dell’Unione Europea non arriva a 7 milioni di miliardi di dollari. Quei soldi non ci sono, sono soltanto impegni di pagamento, sono delle specie di cambiali speculative che nessuno pensa di cambiare mai. Se crolla quella borsa si forma un risucchio gigantesco che azzera tutti i nostri conti correnti. Loro hanno il terrore di arrivare alla crisi, che loro prevedevano già da luglio, in un vuoto di potere che non possono controllare. Se scoppia questa crisi finanziaria staremo malissimo tutti, ma anche i loro progetti di interdipendenza globale diventano irrealizzabili a breve: possono sorgere i nuovi populismi che loro temono moltissimo, non sapranno rendere ragione del disastro alle popolazioni che hanno seguito i loro progetti, magari chiederanno a Ciampi dove sono le meraviglie dell’euro. La crisi della Borsa di New York può essere come quella del 1929, mina la loro credibilità e soprattutto mina l’interdipendenza economica che è rovinosa in tempi di crisi, perché la gente non ha da mangiare. Nei periodi di crisi economica è invece utile l’autosufficienza, se non l’autarchia. In America entrambi i partiti fanno un programma di emergenza nazionale proprio per la crisi, perché vedrete che prima o poi finirà così. Insomma oggi la Trilaterale è a Milano, nessuno sa cosa si stanno dicendo (si riuniscono a porte chiuse e le loro decisioni si conoscono anni dopo che sono state prese), però è presumibile che siano qui a parare questo colpo in una situazione difensiva.

(Fonte: www.disinformazione.it/trilaterale2.htm - 11 novembre 2000)

(Postato il 13 aprile 2013)

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