Cronache

In questa pagina scriverò sia articoli di attualità, sia le mie personalissime riflessioni sui fatti di cronaca più importanti (in Italia e nel mondo) presenti e passati. Per quanto riguarda gli articoli fatti da me personalmente (e cioè quelli senza fonti di riferimento, chiaramente, in cui metto il mio nome ad inizio articolo, e che alla fine recano la data del post immediatamente dopo il punto finale, e non nella riga successiva) so già che non sarò molto tenero...! (Postato il 28 aprile 2013)

L'attentato in Piazza Colonna a Roma

di D'Auria Giancarlo Evaldo

Oggi è iniziata la guerra! Era nell’aria, lo sapevo che prima o poi sarebbe iniziata, ed è successo. Non penso che abbia importanza che l’attentatore di oggi a Roma si chiamasse Luigi Preiti, o che fosse calabrese: in lui era rappresentata la rabbia di tanti italiani, che prima o poi esploderà seriamente. Spero che i politici riflettano seriamente su questo. Prima o poi succederanno altri fatti analoghi (se non di peggio…), se chi ci comanda non cambierà davvero registro, una volta per tutte. La gente non ce la fa più, è esasperata e disperata. È inutile dire balle, come il fatto che l’attentatore sia uno squilibrato. Chi gliel’ha fatta la diagnosi? I giornalisti davanti a Palazzo Chigi? Quell’uomo è pienamente cosciente di quello che ha fatto, solo che ha sbagliato, ha colpito le persone che non c’entrano nulla…! Doveva aspettare, e colpire al momento giusto, le persone giuste, giacchè quella decisione l’aveva presa, ormai…! Mi spiace profondamente per i due carabinieri e per quella donna di passaggio che è stata ferita. Spero solo che le forze dell’ordine un giorno (che non credo sia molto lontano) capiscano che dovranno schierarsi con il popolo, e non a difesa di una elite che sta portando l’Italia alla miseria! Continuano a fregarsene (i nostri politici) delle sofferenze degli italiani, dei suicidi, della povertà assoluta a cui sono giunte 4 milioni di persone! Credo purtroppo che ormai abbiano superato il punto di non ritorno, perché da oggi in poi succederanno molte altre cose, e non credo affatto siano cose belle, se il governo non invertirà la rotta immediatamente! "Continuano a fare teatrini del cazzo" in Tv e sui giornali, mentre le persone raccattano per terra, nei mercati, qualcosa da mangiare! Quello che succederà da oggi in poi sarà tutta colpa loro, è meglio che lo sappiano, colpa di questa gente che ci comanda da decenni (e non solo da 20 anni, come vogliono farci credere). Lo so perfettamente che i nostri politici sono solo dei burattini, in mano a potenze nascoste sovranazionali senza scrupoli, ma chi ci rimetterà sul campo saranno questi burattini, se non reagiranno verso chi tira i fili di tutto…! Ormai le storielle che ci hanno inculcato nella mente da anni (il falso debito pubblico e tutto il resto…) stanno venendo alla luce, col tempo nessuno ci crederà più, e quindi verrà fuori definitivamente che ci hanno preso per il culo per decenni…! Spero che i ministri che oggi hanno giurato per il nuovo governo (che strana coincidenza per un attentatore squilibrato, non credete?), se gli è rimasta un po’ di coscienza, riflettano a fondo su quello che è successo oggi, perché può darsi che la prossima volta qualcun altro aggiusterà la mira…! (Postato il 28 aprile 2013)

Torna all'inizio

Cina: Bambina di due anni investita da un furgone tra l'indifferenza della gente

di D'Auria Giancarlo Evaldo

Se siete impressionabili NON GUARDATE QUESTO VIDEO. Ho visto questo video alla fine di dicembre. Non posto nessun commento, perché a gennaio ho fatto un piccolo libro sull’argomento, precisamente una “storia fotografica” dell’accaduto, con i miei commenti personali…! So che probabilmente molti lo avranno visto, questo video, ma so anche che nessuno ha mai visto questo piccolo “libro fotografico” che ho realizzato: il libro potete scaricarlo liberamente da qui, sempre che, ripeto, non siate impressionabili…!

Indifferenza della gente. (Ingrandisci foto) Questo libro che ho realizzato nel gennaio di quest'anno, nelle mie intenzioni, volevo pubblicarlo, ma poi mio figlio mi ha detto che non era il caso...! Oggi però ho deciso di diffonderlo comunque, perchè lo schifo che mi è venuto riflettendo su quel video non riesco a tenerlo dentro. Risulta però incompleto, nel senso che ho realizzato la storia fotografica di quella povera bambina, ma non il resto dei capitoli del libro, come potrete notare scaricandolo gratuitamente da qui. (Postato il 4 maggio 2013)

Torna all'inizio

Le case popolari a Rimini? Prima agli immigrati

Ho trovato in Rete (questo è il link del pdf scaricabile) un’interessantissima graduatoria per le case popolari, nel comune di Rimini, risalente al 19 Giugno scorso. Al primo e al secondo posto, troviamo (sorpresa), due immigrati: tal Naceur Rejil e Elida Shahini. Scorrendo poi la lista, si può notare una sovraesposizione dei “migranti”, che diviene via via più rada verso la fine della graduatoria.

Ovviamente, ciò non accade solo a Rimini; le nuove assegnazioni delle case popolari, specie al nord, vedono percentuali sempre più forti di immigrati; fino ad arrivare al record del 50% di Padova!
La causa principale di questo fenomeno, è presto detta: i criteri di assegnazione delle case popolari, non tengono minimamente conto della cittadinanza italiana, privilegiando aspetti come il numero di figli.
Ergo, secondo le regole attualmente vigenti, se prendiamo Ahmed, appena sbarcato da Lampedusa con 5 figli, e una famiglia italiana sfrattata, che invece di figli ne ha solo 4,ebbene Ahmed ha più diritto della famiglia italiana a occupare una casa popolare.
Esattamente quanto accade con altre forme di “assistenzialismo”, come gli assegni sociali per nucleo familiare.
Insomma, invece di difenderci dalla natalità degli immigrati, che ci sommerge e che peggiora la sovrappopolazione, noi la incentiviamo. Comportamento masochistico.
Del resto, lo Stato sociale oggigiorno ha perso il suo autentico significato: non è più il mezzo con cui la comunità offre un sostegno ai componenti meno fortunati della stessa, ma si tratta invece di una sorta di Caritas, finanziata interamente con i nostri soldi. Ovviamente, è impensabile che lo Stato italiano possa farsi carico dei problemi dell’Africa e di tutto il terzo mondo, e difatti, le case popolari sono sempre più introvabili, e l’Inps è a un passo dal baratro.
Ma logicamente, azzardarsi ad inserire la cittadinanza italiana, nei criteri per le graduatorie delle case popolari, sarebbe “razzista”.
E poi, ci risponderebbero sicuramente i Pisapia, avere una casa aiuta gli immigrati ad “integrarsi”; e la società multirazziale, val bene il sacrificio di qualche “straccione” italiano.

(Fonte: http://xn--identit-fwa.com/blog/microposts/le-case-popolari-a-rimini-prima-agli-immigrati - 2 luglio 2013)

(Postato il 2 luglio 2013)

Torna all'inizio

Vergognosa Mara Carfagna contro Grillo!

Clamorosa dichiarazione della deputata Mara Carfagna nei confronti di Beppe Grillo. Siamo totalmente senza parole. Di seguito i fatti: L'ultimo post di Beppe Grillo non è piaciuto alla Carfagna. Su Twitter si è lasciata andare al seguente messaggio:

Mara Carfagna @mara_carfagna @beppe_grillo istiga all’odio e alla violenza. Basta con questo patetico fascismo 2.0 @ilpdl @pdnetwork @Mov5Stelle 11:29 AM - 24 Jul 2013

Ricordiamo alla Carfagna il dito medio di Gasparri; le fantastiche uscite di Giovanardi sugli omosessuali; le incredibili dichiarazioni del senatore Antonio Razzi (difficili anche da capire, a causa dell'italiano non proprio fluente); le promesse e le fandonie pronunciate da questo Governo (dall'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, alla riforma della legge elettorale, solo per citarne un paio); le clamorose dichiarazioni di Brunetta nei confronti di alcuni lavoratori precari (''Siete l'Italia peggiore''); lo sfascio completo della scuola pubblica portato avanti dal ministro Gelmini; il razzismo leghista evidenziato dalle uscite di Calderoli e compagni; l'operato del ministro Alfano sul caso kazako; la riforma del lavoro della Fornero che ha fatto esplodere il dramma degli esodati; lo sciopero di un giorno in Parlamento per discutere delle rogne di Berlusconi...

Potremmo andare avanti ancora, ci fermiamo per decenza e rispetto del lettore che, a questo punto, avrà maturato sinceri sentimenti di odio e violenza nei confronti dei veri responsabili dello sfascio economico, morale e culturale di questo Paese.

(Fonte: www.tzetze.it/redazione/2013/07/vergognosa_mara_carfagna_contro_grillo - 24 luglio 2013)

(Postato il 25 luglio 2013)

Torna all'inizio

Kyenge e Boldrini: è ora di dimettersi.

di D'Auria Giancarlo Evaldo

Quello che sta succedendo in Italia nelle ultime settimane, a causa delle prese di posizione del presidente della Camera Laura Boldrini e del ministro dell’integrazione Cecile Kyenge (ingrandisci foto a lato), sinceramente rasenta l’inverosimile.
Una premessa è doverosa: gli atteggiamenti di razzismo nei confronti del ministro di colore sono da condannare in ogni caso. Esprimo il mio totale disappunto per certe esagerazioni a cui non bisognava giungere (orango, banane e quant’altro) e la mia solidarietà alla signora Kyenge.
Bisogna però ragionevolmente sottolineare che stiamo giungendo all’esasperazione (voluta?), e se “qualcuno” voleva stuzzicare gli atteggiamenti razziali di quella che è comunque una piccola minoranza di italiani, bisogna dire che quel “qualcuno” ci sta riuscendo alla perfezione. Il popolo italiano non è mai stato un popolo razzista; sono decenni che accogliamo in Italia extracomunitari, ma mai come oggi la situazione è tanto esplosiva, e non certo perché siamo diventati razzisti all’improvviso. La delinquenza straniera (nelle carceri oltre un terzo sono delinquenti stranieri) ha fatto il resto.
È stato un grave errore promuovere a ministro la signora Kyenge, ma non per il colore della pelle, ma perché ha dichiarato di non sentirsi completamente italiana, di sentirsi per metà italiana e per metà congolese. Ha detto la verità, nulla da eccepire; ma non si può diventare ministri della Repubblica Italiana, e giurare fedeltà alla Costituzione, unitamente ad una dichiarazione del genere.
Da quel giorno, l’operato del Ministero dell’integrazione è sotto gli occhi di tutti, sempre condiviso dal Governo, e soprattutto dalla presidenza della Camera dei deputati. Comprendo benissimo la disperazione degli immigrati; capisco che anche noi italiani siamo stati immigrati all’estero in massa, nel secolo scorso; quello che non capisco è il perché di certe scelte in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo: non voglio neanche di dire di privilegiare la povertà di tanti italiani rispetto a quella degli immigrati (che comunque sarebbe un diritto sacrosanto), e nemmeno equiparare poveri italiani e immigrati (che sarebbe il minimo, accidentaccio), ma pensare prima agli immigrati e poi agli italiani mi pare davvero il colmo, fuori da ogni logica. E quando parlo di immigrati, ne parlo a prescindere dal colore della pelle (giusto per far chiarezza): che siano africani, o romeni, o zingari, o albanesi, è la stessa cosa.
Che piaccia o meno alla Kyenge, alla Boldrini, a SEL e al Governo, qui siamo in Italia, e non in una succursale del Terzo Mondo, anche se purtroppo lo stiamo diventando, soprattutto a causa loro. Questo lo dico solo riferendomi al presente purtroppo, perché fino a qualche anno fa non c’erano i problemi di crisi economica come al giorno d’oggi, con italiani poveri, disperati, che si ammazzano. Bisogna pensare prima alle famiglie italiane che sono in crisi, e poi sistemare quelli che in fondo sono “ospiti” (che piaccia o meno questa definizione), altrimenti la situazione degenererà, anzi sta già degenerando.
Personalmente ho un’idea molto precisa (condivisibile o meno) sulla esplosiva situazione attuale: il problema dell’immigrazione di massa, secondo me, è una situazione studiata e preordinata a tavolino dai poteri forti, per creare il caos. Non credo che le cose cambierebbero se il duo Kyenge-Boldrini si dimettesse, ma sarebbe comunque un segnale forte verso il nostro Paese, che tanto sta soffrendo. (Postato il 31 luglio 2013)

Torna all'inizio

Affonda barcone nel canale di Sicilia: morti 50 migranti

Introduzione di D'Auria Giancarlo Evaldo

Un'altra tragedia del mare con protagonisti dei poveri immigrati in cerca di un futuro migliore. So già cosa penseranno molti di questa mia affermazione: "Chi gli ha detto di venire in Italia? Non potevano starsene a casa loro?". Altri ancora penseranno addirittura: "Gli sta bene, così imparano". Beh questi ultimi (e ce ne sono purtroppo che lo pensano) mi fanno semplicemente ribrezzo, ma come minimo. Per quanto riguarda gli altri, dico semplicemente che la colpa di tutto questo macello che sta avvenendo non è certo degli immigrati: loro non hanno nessuna colpa. E' già stato tutto studiato a tavolino, ma non da ieri, ma da decenni. Loro vengono costretti ad andarsene dal loro Paese per vari motivi. Vengono costretti alla fame nelle loro terre d'origine (e quindi emigrano) perchè nei loro Paesi c'è oro, petrolio, platino, per esempio. Ma ci sono motivi ancora più profondi, è in atto la fase più crudele del vecchio piano criminale Kalergi, mescolare le razze in Europa per destabilizzarla, impoverirla. A tutto vantaggio dell'arricchimento dei pochi, criminali, potenti del mondo, guidati dai Rotschild, Rockefeller e compagnia bella. A completare l'opera, per esempio in Italia (sto parlando delle ultime pedine del piano), ci sono personaggi come la Kyenge e la Boldrini che servono unicamente lo scopo di fomentare l'odio tra italiani e extracomunitari, e ci stanno riuscendo benissimo...! (Postato il 12 ottobre 2013)

* * * * *

Comunicato ANSA (11 ottobre 2013) (Ingrandisci foto in alto)

Nuova strage nel canale di Sicilia: 50 morti. Affonda un barcone con oltre 250 migranti: Naufragio in acque maltesi, 60 miglia a sud di Lampedusa. Recuperati 33 cadaveri.

E' di circa 50 morti, tra i quali una decina di bambini - secondo quanto apprende l'ANSA - un primo bilancio del nuovo naufragio avvenuto questa sera nel Canale di Sicilia.
Finora recuperati 33 cadaveri - Sono finora 33 i cadaveri recuperati dopo il naufragio di oggi pomeriggio nel Canale di Sicilia: lo apprende l'ANSA da fonti dei soccorritori. In particolare 5 si trovano a bordo di nave Espero della Marina militare, 2 su una motovedetta della Guardia costiera, 4 su una nave maltese e 22 su motovedette della Guardia di finanza.
Barcone capovolto per ressa a bordo - Nuova tragedia del mare nel Canale di Sicilia. Un barcone con a bordo circa 250 migranti si e' rovesciato intorno alle 17.15 in acque maltesi a circa 60 miglia a sud di Lampedusa. Secondo la Marina maltese, che ha diffuso una nota ufficiale, il naufragio sarebbe avvenuto alle 17.15: un aereo militare dell'isola in ricognizione nel Canale di Sicilia ha avvistato il barcone con circa 250 migranti che hanno cominciato ad agitarsi per farsi notare. La ressa avrebbe provocato il capovolgimento dell'imbarcazione. In un comunicato la Marina maltese spiega che il naufragio è avvenuto a 60 miglia a sud di Lampedusa, dove un aereo militare de La Valletta ha localizzato il barcone alle 16. Pochi minuti dopo l'equipaggio dell'aereo ha comunicato che numerose persone erano finite in acqua e ha lanciato un canotto di salvataggio in prossimità dei naufraghi. Una nave militare maltese (la P61) è arrivata per prima nell'area, alle 17.51 e ha iniziato le operazioni di soccorso. Poco dopo è stata raggiunta dalla nave Libra della Marina militare italiana.
Nuovo naufragio: anche donne tra vittime - Vi sono anche alcune donne tra le vittime del nuovo naufragio nel Canale di Sicilia: cadaveri di sesso femminile, infatti, si trovano a bordo di unità navali italiane intervenute sul posto. Lo si apprende da fonti dei soccorritori.
Elicottero Marina per evacuazione feriti - Un elicottero della Marina militare è decollato da Catania per evacuare alcuni dei superstiti del naufragio nel canale di Sicilia tratti in salvo e feriti: tra questi anche alcuni bambini. A bordo della nave militare Libra ci sono 56 superstiti (39 uomini, 9 bambini e 8 donne). La Guardia di finanza ha recuperato almeno 5 cadaveri (4 donne e un bambino). Quindici superstiti si trovano su un motopesca italiano. Nella zona stanno operando mezzi aerei e navali maltesi ed italiani Le autorità maltesi, oltre a chiedere l'aiuto delle unità militari italiane, hanno dirottando verso il luogo del disastro anche alcune navi mercantili in transito nella zona. I soccorritori hanno avvistato in mare dei cadaveri.
Sono dieci i bambini salvati dai mezzi di soccorso italiani nella acque maltesi dopo il naufragio del peschereccio. I minori sono gia' in volo con un elicottero per raggiungere Lampedusa.Un primo bilancio dei soccorsi parla di 150 immigrati soccorsi dalla nave maltese, 56 dai mezzi italiani.
Unità italiane soccorrono anche gommone - Le unità italiane impegnate nelle operazioni di soccorso dell'ultimo naufragio avvenuto nel Canale di Sicilia che avrebbe causato una cinquantina di morti stanno raggiungendo un altro gommone con un centinaio di migranti che ha lanciato l'Sos. L'imbarcazione, secondo quanto ha riferito la Guardia Costiera, si trova a 84 miglia Sud Est di Lampedusa. Nella zona sono state dirottate la nave Espero della Marina Militare e due motovedette della Capitaneria di Porto di Lampedusa che avevano raccolto in precedenza alcuni superstiti del naufragio.
Letta, drammatica conferma emergenza - E' la nuova drammatica conferma della situazione di emergenza. Questo il commento attribuito da fonti di palazzo Chigi al premier Enrico Letta sull'ennesima tragedia dell'immigrazione. Il premier, spiegano le stesse fonti, ha resta determinato a porre con forza il tema dell'immigrazione sul tavolo del prossimo Vertice Ue.
Ue, piu' urgente che mai operazione Frontex - La nuova tragedia avvenuta nel Mediterraneo dimostra come sia sempre più "urgente lanciare una grande operazione Frontex per la sicurezza". E' quanto sottolinea in una nota il commissario Ue per gli Affari interni Cecilia Malmstrom. "Senza azioni concrete le espressioni di solidarietà restano parole vuote", ha aggiunto Malmstrom. Il premier maltese Joseph Muscat ha telefonato al presidente del Consiglio Enrico Letta per ringraziarlo del lavoro svolto dai militari italiani nelle operazioni di soccorso del barcone naufragato nel Canale di Sicilia. Lo riferiscono fonti di Palazzo Chigi spiegando che Letta, nel dare atto dell'efficacia dell'intervento delle autorità maltesi, ha sottolineato come l'operazione congiunta abbia consentito di salvare molte vite.
Premier maltese a Letta, Grazie per aiuto - Kyenge, rovesciate anche le nostre priorita' - ''Sono tutti punti alla nostra attenzione e si sono comunque rovesciate anche le nostre priorità''. E' questo il breve commento della ministra Cecile Kyenge, questa sera a Felino (Parma) per partecipare al festival 'Ottobre Africano', alla notizia di un altro barcone rovesciato nel canale di Sicilia. Una volta chiamata sul palco, dove è stata accolta da un lungo applauso, la ministra all'Integrazione ha poi chiesto un minuto di raccoglimento per tutte le vittime di Lampedusa aggiungendo: ''I morti non sono morti, ma sono qui con noi''.
Croce Rossa, subito corridoi umanitari  - "Leggendo le notizie che stanno uscendo in merito a una nuova tragedia in mare, provo rabbia e amarezza: c'è bisogno di fatti, come abbiamo già più volte detto, oltre che di parole". Lo afferma il presidente Nazionale della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca. "Questa è la drammatica prova di tutto quello che abbiamo detto fino a oggi: bisogna adottare provvedimenti urgenti per aprire corridoi umanitari, non c'è più tempo da perdere. Lampedusa e l'Italia sono il confine sud dell'Europa: le Istituzioni nazionali e comunitarie devono garantire un approdo sicuro a chi sta scappando da guerre e dittature, a chi cerca protezione umanitaria. In questo modo si colpirebbero anche i trafficanti di uomini e si potrebbe fermare questa strage continua. L'Europa si prenda immediatamente le proprie responsabilità con una scelta di garanzia e di sicurezza per chi affronta il viaggio della speranza in mare", ha concluso Rocca.
Naufragio: Muscat,Ue non perda tempo con parole inutili - ''Quante vite ancora dovranno essere perse in attesa che l'Europa si renda conto della situazione critica nel Mediterraneo?'' si e' chiesto il premier maltese Joseph Muscat rivolgendo a Bruxelles un appello ''a non perdere piu' tempo con parole inutili''. ''Il Mediterraneo e' diventato un cimitero'', ha aggiunto Muscat parlando con l'ANSA.

(Fonte: www.campobellonews.com/nuova-strage-nel-canale-di-sicilia-50-morti - 11 ottobre 2013)

(Postato il 12 ottobre 2013)

Torna all'inizio

Clamorosa dichiarazione di Alì Agca alla Tv turca: “Il Vaticano mi ordinò di sparare a Giovanni Paolo II”

Opus Dei, Ior e la mafia di Faenza, forse stavolta Agca dice il vero

Alì Agca fa un’affermazione nuova e incredibile (per chi non conosce bene tutti i retroscena): ”L’attentato al Papa polacco è stato ordito all’interno del Vaticano dal cardinal Casaroli (allora segretario primo ministro della Città del Vaticano).
Di tutte le affermazioni rilasciate nel corso di questi trent’anni dal turco, questa è sicuramente quella che più  si incastra  nel periodo storico e morale di quei giorni in Piazza San Pietro, vediamo il perchè.
Partiamo dalla figura di Agostino Casaroli, sacerdote di umili origini, fu nominato vescovo da Paolo VI e ordinato cardinale da Giovanni Paolo II. Ricoprì la carica di segretario di stato dal 1979 al 1990, dunque in un periodo storico molto particolare.
Di lui si occupa (settembre 1978) la rivista «OP Osservatore Politico» del giornalista Mino Pecorelli, affiliato alla loggia massonica P2,quando appare una lista di centododici presunti “massoni vaticani”. Abbiamo a che fare con cardinali, vescovi, prelati, sacerdoti, professori di accademie pontificie e impiegati della Santa Sede, segnalati con la loro sigla di affiliati e l’anno di iscrizione, a cominciare dal presidente dello IOR Paul Marcinkus (iscritto dal 21 agosto 1967, Matricola 43/649). Al suo fianco si distinguono i cardinali Jean-Marie Villot, segretario di Stato della Santa Sede (iscritto dal 1966, Matricola 04 1/3) e Agostino Casaroli, ministro degli Esteri della Santa Sede (iscritto dal 1957, Matricola 41/076)…. Più particolarmente in Vaticano si fronteggiano due fazioni contrapposte: una, massonico-moderata, denominata “Mafia di Faenza”, che fa capo ad Agostino Casaroli, Achille Silvestrini e Pio Laghi; l’altra, integralista, che fa capo a Paul Marcinkus e monsignor Luigi Cheli, membri dell’Opus Dei.
Nonostante la presenza di una lista massonica Vaticana (contraria ai fondamenti religiosi) venga giudicata verosimile anche da ambienti vicini a Wojtyla, i quali ne sconsigliano l’ordinamento a cardinale, il pontefice si impunta e lo fa comunque cardinale. Ricordiamo che l’ordinamento a Vescovo è stato voluta da Paolo VI, sul quale pesa un pesante sospetto di essere a sua volta massone. Basti pensare che il venerabile Licio Gelli era ammesso agli appartamenti papali.
In quel particolare momento scoppia lo scandalo dello IOR e del Banco Ambrosiano, vediamo cosa stava succedendo.
Proprio nel periodo della convalescenza di papa Wojtyla, le due opposte fazioni curiali si misero d’accordo per commissariare la Compagnia di Gesù, verso la quale nutrivano entrambe una forte ostilità.
Pochi giorni prima che Wojtyla tornasse in Vaticano, il 29 settembre, la Santa Sede diramò una notizia stupefacente: il presidente della banca vaticana, monsignor Paul Marcinkus, era stato nominato dal Papa convalescente anche pro­presidente della Pontificia commissione per lo Stato della Città del Vaticano; il capo dello IOR e neo-governatore dello Stato vaticano, inoltre, era stato promosso al rango di arcivescovo, in attesa di ricevere la porpora.
La notizia della nuova carica cumulata da Marcinkus (il quale in pratica era divenuto il capo assoluto di tutte le finanze vaticane) suscitò sconcerto nella stessa Curia, soprattutto nel Segretario di Stato il cardinale Casaroli, da tempo ai ferri corti con Marcinkus. A causa di Solidarnosc, Wojtyla non poteva fare a meno di Marcinkus: in particolare si dovevano assicurare ingenti finanziamenti alla leadership moderata di Walesa.
La fazione opusiana appoggiava fortemente il sostegno papale a Solidarnosc: per questo accettava che le finanze vaticane restassero nelle mani di monsignor Marcinkus, e che l’arcivescovo americano si facesse carico dei rischiosi finanziamenti segreti a Walesa. Da notare che l’entourage più stretto di Wojtyla era convinto che l’attentato fosse collegato alla sua decisione di elevare l’Opus Dei a Prelatura personale. Tanto che egli accettò una “speciale protezione” opusiana, nella persona del capitano della Guardia svizzera Alois Estermann, nuova guardia del corpo del Pontefice (e conosciamo la faccenda dell’omicidio-suicidio che l’ha visto coinvolto).
Quando in Polonia il governo comunista di Jaruzelski impose lo stato d’assedio per scongiurare l’invasione sovietica e la guerra civile, in Vaticano il cardinale Casaroli, insieme a molti curiali, riteneva il Sommo Pontefice corresponsabile della tragedia polacca, gravida di incognite ben più sanguinose. Si temeva, sopra ogni altra cosa, che emergessero i finanziamenti vaticani a Solidarnosc, e che il sindacato-partito cattolico voluto e sostenuto da Giovanni Paolo II a quel punto sfuggisse al controllo politico papale imboccando la strada dell’insurrezione.
Anche la Loggia P2 – in dissenso dalla fazione massonico-curiale, a maggioranza fautrice dell’Ostpolitik – approvava i finanziamenti “anticomunisti” a Solidarnosc. Al punto che persino una parte dei 7 milioni di dollari fatti affluire nel biennio 1980-81 dalla P2 – tramite l’Ambrosiano – sul conto svizzero “Protezione” a beneficio del politico italiano Bettino Craxi, venne utilizzata per aiuti a Solidarnosc.
Nel dicembre 1981 il finanziere Carlo De Benedetti, da pochi giorni vicepresidente e azionista dell’Ambrosiano (il 18 novembre aveva acquistato per 50 miliardi il 2 per cento del Banco), tentò di appurare con precisione quali rapporti legassero la banca di Calvi e la P2 alla banca del Papa, ma non ottenendo da Calvi alcuna risposta, pretese d’incontrare a Roma, per chiarimenti definitivi, monsignor Achille Silvestrini della Segreteria di Stato vaticana. Il successivo 22 gennaio 1982 De Benedetti, sottoposto a pressioni e minacce, lasciò il Banco Ambrosiano cedendo la propria quota del 2 per cento allo stesso Calvi, per una somma che procurerà al finanziere l’accusa di concorso in bancarotta fraudolenta e una vicenda giudiziaria lunga e tortuosa conclusasi con l’assoluzione.
Con il divenire dello scandalo IOR-Calvi-Ambrosiano, la figura di Marcinkus si faceva sempre più ingombrante per la fazione massonico-curiale, proprio mentre il potere del presidente della banca papale, nominato anche governatore dello Stato vaticano, era aumentato a dismisura. Il cardinale Casaroli intendeva recidere i legami IOR-Ambrosiano mediante una trattativa diplomatica e una transazione finanziaria; monsignor Marcinkus era assolutamente contrario a una simile eventualità, ritenendo che la Santa Sede dovesse limitarsi a negare qualunque responsabilità dello IOR nell’imminente bancarotta dell’Ambrosiano.
Gli echi del contrasto Casaroli-Marcinkus finiranno nelle memorie del massone Francesco Pazienza. L’agente-collaboratore del servizio segreto militare italiano racconterà di essere stato mandato in Vaticano dal capo del Sismi, il generale massone della P2 Giuseppe Santovito, su richiesta della Segreteria di Stato vaticana, per incontrare il braccio destro del cardinale Casaroli, monsignor Pier Luigi Celata, il quale pretendeva la rimozione di Marcinkus dallo IOR, anche per attenuare il potere politico dello stesso Wojtyla sulla curia vaticana. Wojtyla, fin dalle sue prime mosse, dal punto di vista “politico” aveva lasciato intuire, contro la linea diplomatica di Casaroli, che il Vaticano sarebbe andato nella direzione di una linea dura, di scontro frontale con Mosca e i Paesi satelliti.
Quando Pazienza lascia il Sismi per diventare consulente personale di Calvi, su richiesta di quest’ultimo, il motivo di questa collaborazione era il tentativo di coinvolgere l’Opus Dei nell’azionariato del Banco Ambrosiano, facendo pervenire al cardinale Palazzini proposte, documenti e “confidenze” sulle connessioni segrete fra lo IOR e l’Ambrosiano. In pratica, Calvi proponeva alla fazione opusiana di estromettere monsignor Marcinkus dalla presidenza dello IOR, di affidare la banca papale a un fiduciario dell’Opus Dei, e di far rilevare dallo IOR una quota societaria del 10 per cento del Banco Ambrosiano per 1.200 milioni di dollari.
A febbraio del 1982 il cardinale Palazzini diede risposta negativa. Il cardinale Casaroli, interessato a impedire che l’Opus Dei, così ostile ai sovietici e tanto amica dei polacchi di Solidarnosc, non voleva ch’essa mettesse le mani sullo IOR-Banco Ambrosiano. Il Papa la pensava come il cardinale Palazzini, però non voleva problemi con il suo segretario di Stato e men che meno con la fazione massonico-curiale.
Il 30 maggio Roberto Calvi rivolse un estremo appello al cardinale Palazzini perché lo si facesse uscire da una situazione che lo portava alla bancarotta, chiedendo di poter parlare con Wojtyla.
Così Calvi scrisse a papa Wojtyla il 5 giugno 1982: “Santità sono stato io ad addossarmi il pesante fardello degli errori nonché delle colpe commesse dagli attuali e precedenti rappresentanti dello Ior, comprese le malefatte di Sindona…; sono stato io che, su preciso incarico dei Suoi autorevoli rappresentanti, ho disposto cospicui finanziamenti in favore di molti Paesi e associazioni politico-religiose dell’Est e dell’Ovest…; sono stato io in tutto il Centro-Sudamerica che ho coordinato la creazione di numerose entità bancarie, soprattutto allo scopo di contrastare la penetrazione e l’espandersi di ideologie filomarxiste; e sono io infine che oggi vengo tradito e abbandonato…“ (citato in Ferruccio Pinotti, Poteri forti, Bur, 2005). Calvi si riferiva ai finanziamenti di alcuni regimi fascisti (Pinochet, Somoza…) e al fatto che aveva contribuito enormemente a distruggere la linea dell’Ostpolitik dell’ala di Casaroli.
Wojtyla il 6 giugno s’incontra invece con Reagan per stabilire ulteriori aiuti al sindacato Solidarnosc, i cui leader erano in carcere. Monsignor Marcinkus si occupa di convogliare al sindacato clandestino anche i finanziamenti Usa, che si appaiavano ai fondi IOR-Ambrosiano. Dell’accordo Wojtyla-Reagan vennero tenuti all’oscuro sia la Segreteria di Stato vaticana, sia il Dipartimento di Stato americano.
Il 12 giugno 1982 Roberto Calvi lascio l’Italia. Quarantotto ore dopo monsignor Marcinkus firmò una lettera di dimissioni dal Consiglio di amministrazione del Banco Ambrosiano Overseas di Nassau.
Il 16 giugno il direttore generale dell’Ambrosiano, Roberto Rosone, si recò in Vaticano, presso la sede dello IOR, avendo saputo che il Banco Ambrosiano Andino aveva elargito grossi finanziamenti allo IOR, ovvero a società ad esso facenti capo e che erano stati garantiti con una serie di pacchetti azionari di ottima immagine, tra cui il 10 per cento circa di azioni del Banco Ambrosiano (circa 5 milioni e 300 mila azioni). Il credito complessivo del Banco Andino si aggirava su un miliardo e 300 milioni circa di dollari Usa. Calvi era convinto di aver trovato finalmente un aiuto concreto.
I responsabili dello IOR erano favorevoli a fare una sorta di transazione, ossia a restituire il puro capitale, senza interesse alcuno. Ma il 17 giugno le autorità monetarie italiane deliberarono la liquidazione coatta del Banco Ambrosiano, che crolla in borsa.
Calvi intanto riceve una lettera da Licio Gelli, il capo della P2, che gli conferma che Finetti e Seigenthaler, indicati come cassieri romani dell’Opus Dei, si stavano occupando per salvare l’Ambrosiano dalla bancarotta.
Calvi si era recato a Londra per ottenere un pacchetto finanziario di salvataggio proveniente dall’Opus Dei (che proprio in quella città aveva il suo quartier generale), ma l’Opus Dei, in cambio dell’aiuto, chiedeva precisi poteri politici in Vaticano, ad esempio nella determinazione della strategia verso i Paesi comunisti e del Terzo mondo. La fazione massonico-curiale di Casaroli, appoggiata da Andreotti, era contraria.
Calvi venne trovato impiccato il 18 giugno 1982 sotto il ponte dei Frati Neri sul Tamigi, in una zona di Londra la cui polizia dipendeva dal duca di Kent, capo della massoneria mondiale. Successivamente il pentito della mafia siculo-americana, F. Marino Mannoia, dirà che a strangolare Calvi fu Di Carlo, su ordine di Pippo Calò. Verrà uccisa anche la sua segretaria personale.
Il 27 novembre, cioè tre mesi dopo l’annuncio della decisione papale, la Congregazione per i vescovi ufficializza la erezione dell’Opus Dei a Prelatura personale del pontefice, la prima nella storia della Chiesa di Roma.
Questi i fatti, a voi le dovute considerazioni.

(Fonte: www.signoraggio.it/clamorosa-dichiarazione-di-ali-agca-alla-tv-turcail-vaticano-mi-ordino-di-sparare-a-giovanni-paolo-ii - settembre 2013)

(Postato il 10 novembre 2013)

Torna all'inizio

Commenti

Se vuoi lasciare un commento a questa pagina, scrivilo nella pagina generale del "Blog".